"L'ARTE DI RISALIRE Storie di campioni per le sfide di noi comuni mortali" di Alfredo FORMOSA e Elena CAMPANINI (Mental Fitness Publishing Casa Editrice Luigi TREVISINI) è un libro molto interessante sul tema della resilienza e sulle sue implicazioni nella vita di tutti i giorni.
Vengono rievocati eventi particolarmente drammatici che hanno colpito personaggi importanti e famosi del mondo dello sport, campioni che hanno subito gravi incidenti e "stop alla carriera".
Perché qualcuno ce l'ha fatta a tornare, reinventandosi vita e carriera, e altri no?
Quali sono i meccanismi che regolano la resilienza e come si può migliorare questa favolosa facoltà che tutti abbiamo?
È proprio necessario ricorrere al doping per migliorare le proprie prestazioni?
Sono tutte tematiche di grande interesse per sedentari e sportivi, costretti entrambi ad affrontare quotidianamente situazioni difficili.
L'esempio dei campioni dello sport può essere di grande utilità.
Elena Campanini è psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia; si occupa di Psicologia Cllnica della Salute, Sport e Movimento.
Nell'ambito dello sport si è occupata della formazione di istruttori ed allenatori di varie discipline sportive e della preparazione mentale di atleti di medio e alto livello agonistico.
Ha collaborato con varie Federazioni Sportive del CONI; considera lo sport come una palestra di vita per tutte le età e come un'esperienza esistenziale, psico-educativa e riabilitativa insostituibile.
Alfredo Formosa, legale specializzato in "Asset Protection", è anche Direttore di COnsulnET ll.C., agenzia di comunicazione scientifica statunitense che lavora nel campo delle neuroscienze.
È da sempre appassionato di psicologia e filosofia, settori che ha esplorato attraverso approfonditi studi. Su queste tematiche ha scritto numerosi articoli e partecipato come relatore a conferenze.
Ha pubblicato vari libri, tra cui:
Stress? No Grazie, Sono Resiliente!
"L'Arte di risalire" è frutto di una chiacchierata di Alfredo Formosa, già autore di altri testi della collana Mental Fitness Publishing, con Elena Campanini.
Partendo dagli esempi e dalle storie dei campioni dello sport che ce l’hanno fatta a risalire, il libro spiega come funzionano i meccanismi della resilienza e come si può migliorare questa facoltà che tutti abbiamo.
Il segreto del successo è nella capacità di imparare a conoscere la propria resilienza e capire come utilizzarla al meglio, anche per evitare di cadere nella spirale dello stress.
La vita degli sportivi, fatta di allenamenti e prove da affrontare e vincere, come metafora della vita di ciascuno di noi.
"L'arte di risalire" è formato da 5 capitoli:
1° CAPITOLO: IL NUOTO E' UNO SPORT COMPLETO
2° CAPITOLO: STORIE DI CAMPIONI
3° CAPITOLO: LA RESILIENZA, QUESTA SCONOSCIUTA
4° CAPITOLO: L'ARTE DI RISALIRE
5° CAPITOLO: CONCLUSIONI
LA RESILIENZA, QUESTA SCONOSCIUTA
La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.
È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità.
Resilienza significa "riprendersi" dalle esperienze difficili. Accrescere la resilienza è un percorso personale.
Un approccio che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Le persone usano varie strategie, anche come riflesso di differenze culturali.
Come sviluppare la resilienza:
Creare rapporti
Evita di vedere le crisi come problemi insormontabili
Accetta il fatto che il cambiamento è parte della vita
Muoviti verso i tuoi obiettivi
Compi azioni decise
Cerca opportunità per imparare
Nutri una visione positiva di te stesso
Mantieni le cose in prospettiva e mantieni una visione fiduciosa
Prenditi cura di te stesso
Impara dal tuo passato
Qual è la "ricetta" per diventare resilienti? Come si fa a farsi venire la "pelle spessa" come un rinoceronte?
Quando perdiamo i pezzi, vittime dello stress, come facciamo a costruirli come fa la salamandra? Dopo aver letto le gesta eroiche dei nostri atleti fuoriclasse, potrebbe venire spontaneo concludere il problema, dicendo: "tanto a me non mi riesce!"
Bene o male tutti quanti, prima o poi, impariamo a "stare al mondo" e ci costruiamo così la nostra pelle più o meno spessa.
I GRANDI ESEMPI DELLO SPORT
Quando si parla della vita di un atleta, si parla di una vita speciale. I punti di riferiemento non sono quelli della gente comune.
Si parla di eccezionalità, di vite vissute ad alta velocità in cui si gioca con strumenti non comuni: il corpo, la forza, la prestanza, l'adrenalina, il continuo gioco con i limiti personali e vitali.
Una continua scommessa con se stessi, e con gli altri, se non addirittura con l'assoluto, l'impossibile.
Una vita eccitante in cui le sensazioni sono elevate alla potenza, sia il piacere che il dolore, così come le svariate gradazioni di questi estremi, più tenui nel loro sviluppo, ma sempre sopra le righe.
Un grande esempio di campione, nello sport ma soprattutto nella vita, è quello di Alex ZANARDI.
Egli infatti riparte dal corpo, pur essendo invalido dopo il tragico incidente in cui perse le gambe, lo riabilita con disciplina e cura, ma senza sconti e pietismi: sta sul limite e cerca di spingersi oltre.
Un alto esempio di grande campione è Yuri CHECHI: circa un mese prima delle gare si rompe il tendine d'Achille durante un allenamento ed è costretto a rinunciare alle gare.
Chechi non si perde d'animo. Nel 2000 un altro grave infortunio, la rottura del tendine brachiale di un bicipite, interrompe la sua preparazione per le olimpiadi di Sydney e questa volta il campione toscano sembra deciso al ritiro definitivo.
Nel 2003 però, per una promessa fatta a suo padre, torna ad allenarsi in vista delle olimpiadi di Atene dove ha l'onore di essere il portabandiera della spedizione italiana durante la cerimonia di apertura.
Infatti si allena con se stesso, ponendosi in un atteggiamento mentale positivo e sfidante, caratterizzato da disciplina e compassione verso il rispetto del limite che il braccio offeso gli pone.
Scende a patti con la vita: il confronto con il padre che combatte la sua battaglia contro una grave malattia diventa uno stimolo che l'incoraggia nel potercela fare.
Fanno un gioco di squadra, mettendo in atto le reciproche capacità di resilienza e di alleanza e ce la fanno!
Annalisa MINETTI è un altro caso a sè. La malattia che ha provocato la sua cecità (maculopatia pigmentosa, malattia incurabile dell'occhio con andamento cronico-degenerativo) la porta ad acquisire quella forza che è ben temprata da una serie di vicende personali ed esistenziali che hanno allenato la sua resilienza fin da piccola.
La resilienza è una caratteristica di fondamentale importanza anche nel campo della salute: è fondamentale tanto per affrontare i problemi esistenziali correlati, quanto per mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della malattia e della vita a dispetto delle frustrazioni di non poter guarire.
Il suo motto è: "TUTTI I TRAGUARDI SONO RAGGIUNGIBILI".
COME AUMENTARE E ALLENARE LA RESILIENZA
Ma esiste una pillola per aumentare la resilienza? La risposta è categorica ed è un bel NO. Almeno fino ad oggi.
Se ci sforziamo di cambiare la nostra valutazione cognitiva del mondo per adottarne una più funzionale e meno distorta, anche il nostro cervello dopo un po' di tempo si modificherà in modo tale da rendere permanenti i cambiamenti.
Un programma di miglioramento della resilienza individuale deve perseguire 3 obiettivi:
Identificare e modificare le modalità distorte o disfunzionali di valutazione cognitiva;
Aumentare il senso di controllo e di autoefficacia personale;
Migliorare la regolazione del rapporto tra il piano cognitivo (cioè i nostri pensieri) e quello fisiologico.
Per essere maggiormente resilienti occorre:
1- CREARE DELLE CONNESSIONI
2- EVITARE DI VEDERE CERTI PROBLEMI COME INSUPERABILI
3- ACCETTARE IL CAMBIAMENTO COME UNA PARTE DELLA VITA
4- MUOVERSI VERSO I PROPRI OBIETTIVI
5- INTRAPRENDERE AZIONI DECISIVE
6- CERCARE OPPORTUNITA' DI AUTO-SCOPERTA
7- PROMUOVERE UNA VISIONE POSITIVA DI SE STESSI
8- TENERE LE COSE IN PROSPETTIVA
9- MANTENERE UN'OTTIMISTICA PROSPETTIVA DI SPERANZA
10- PRENDERSI CURA DI SE STESSI
Non va dimenticato che la resilienza è una disciplina, cioè qualcosa che si ottiene in cambio di impegno e dedizione. Non ci sono scorciatoie.
Nessun mezzo è miracoloso e assicura risultati senza applicazione.
La storia dell’asino resiliente
C’erano una volta un uomo anziano e un vecchio asino. Un giorno l’asino cadde in un pozzo ormai asciutto, ma profondo.
Il povero animale ragliò tutto il giorno e l’uomo cercò di pensare a come tirarlo fuori dal pozzo. Alla fine, però, pensò che l’asino era molto vecchio e debole, senza contare che da tempo aveva deciso di riempire di terra il pozzo che era ormai prosciugato.
Decise di seppellire là il vecchio asino. Chiese a diversi vicini di aiutarlo; tutti presero una pala e cominciarono a gettare terra nel pozzo.
L’asino si mise a ragliare con tutta la forza che aveva. Dopo un po’, però, tra lo stupore generale, dal pozzo non venne più alcun suono.
Il padrone dell’asino guardò nel pozzo, credendo che l’asino fosse morto, ma vide uno spettacolo incredibile: tutte le volte in cui veniva gettata una palata di terra nel pozzo, l’asino la schiacciava con gli zoccoli.
Il suo padrone e i vicini continuarono a gettare terra nel pozzo e l’asino continuò a schiacciarla, formando un mucchio sempre più alto, finché riuscì a saltare fuori.
MORALE DELLA FAVOLA:
"La vita non smetterà mai di gettarci addosso "palate di terra", ma noi riusciremo ad "uscire dal pozzo", se ogni volta reagiremo.
Ogni problema ci offre l’opportunità di compiere un passo avanti, se non ci diamo per vinti...
Non bisogna mai arrendersi, anche perchè (metaforicamente) ciò che sembra seppellirci potrebbe essere la nostra àncora di salvezza!
E se ce l'ha fatta un asino, possiamo farcela anche noi comuni mortali!"
Alfredo Formosa e Elena Campanini
Un caro saluto.
Vengono rievocati eventi particolarmente drammatici che hanno colpito personaggi importanti e famosi del mondo dello sport, campioni che hanno subito gravi incidenti e "stop alla carriera".
Perché qualcuno ce l'ha fatta a tornare, reinventandosi vita e carriera, e altri no?
Quali sono i meccanismi che regolano la resilienza e come si può migliorare questa favolosa facoltà che tutti abbiamo?
È proprio necessario ricorrere al doping per migliorare le proprie prestazioni?
Sono tutte tematiche di grande interesse per sedentari e sportivi, costretti entrambi ad affrontare quotidianamente situazioni difficili.
L'esempio dei campioni dello sport può essere di grande utilità.
Elena Campanini è psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia; si occupa di Psicologia Cllnica della Salute, Sport e Movimento.
Nell'ambito dello sport si è occupata della formazione di istruttori ed allenatori di varie discipline sportive e della preparazione mentale di atleti di medio e alto livello agonistico.
Ha collaborato con varie Federazioni Sportive del CONI; considera lo sport come una palestra di vita per tutte le età e come un'esperienza esistenziale, psico-educativa e riabilitativa insostituibile.
Alfredo Formosa, legale specializzato in "Asset Protection", è anche Direttore di COnsulnET ll.C., agenzia di comunicazione scientifica statunitense che lavora nel campo delle neuroscienze.
È da sempre appassionato di psicologia e filosofia, settori che ha esplorato attraverso approfonditi studi. Su queste tematiche ha scritto numerosi articoli e partecipato come relatore a conferenze.
Ha pubblicato vari libri, tra cui:
Stress? No Grazie, Sono Resiliente!
"L'Arte di risalire" è frutto di una chiacchierata di Alfredo Formosa, già autore di altri testi della collana Mental Fitness Publishing, con Elena Campanini.
Partendo dagli esempi e dalle storie dei campioni dello sport che ce l’hanno fatta a risalire, il libro spiega come funzionano i meccanismi della resilienza e come si può migliorare questa facoltà che tutti abbiamo.
Il segreto del successo è nella capacità di imparare a conoscere la propria resilienza e capire come utilizzarla al meglio, anche per evitare di cadere nella spirale dello stress.
La vita degli sportivi, fatta di allenamenti e prove da affrontare e vincere, come metafora della vita di ciascuno di noi.
"L'arte di risalire" è formato da 5 capitoli:
1° CAPITOLO: IL NUOTO E' UNO SPORT COMPLETO
2° CAPITOLO: STORIE DI CAMPIONI
3° CAPITOLO: LA RESILIENZA, QUESTA SCONOSCIUTA
4° CAPITOLO: L'ARTE DI RISALIRE
5° CAPITOLO: CONCLUSIONI
LA RESILIENZA, QUESTA SCONOSCIUTA
La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.
È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità.
Resilienza significa "riprendersi" dalle esperienze difficili. Accrescere la resilienza è un percorso personale.
Un approccio che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Le persone usano varie strategie, anche come riflesso di differenze culturali.
Come sviluppare la resilienza:
Creare rapporti
Evita di vedere le crisi come problemi insormontabili
Accetta il fatto che il cambiamento è parte della vita
Muoviti verso i tuoi obiettivi
Compi azioni decise
Cerca opportunità per imparare
Nutri una visione positiva di te stesso
Mantieni le cose in prospettiva e mantieni una visione fiduciosa
Prenditi cura di te stesso
Impara dal tuo passato
Qual è la "ricetta" per diventare resilienti? Come si fa a farsi venire la "pelle spessa" come un rinoceronte?
Quando perdiamo i pezzi, vittime dello stress, come facciamo a costruirli come fa la salamandra? Dopo aver letto le gesta eroiche dei nostri atleti fuoriclasse, potrebbe venire spontaneo concludere il problema, dicendo: "tanto a me non mi riesce!"
Bene o male tutti quanti, prima o poi, impariamo a "stare al mondo" e ci costruiamo così la nostra pelle più o meno spessa.
I GRANDI ESEMPI DELLO SPORT
Quando si parla della vita di un atleta, si parla di una vita speciale. I punti di riferiemento non sono quelli della gente comune.
Si parla di eccezionalità, di vite vissute ad alta velocità in cui si gioca con strumenti non comuni: il corpo, la forza, la prestanza, l'adrenalina, il continuo gioco con i limiti personali e vitali.
Una continua scommessa con se stessi, e con gli altri, se non addirittura con l'assoluto, l'impossibile.
Una vita eccitante in cui le sensazioni sono elevate alla potenza, sia il piacere che il dolore, così come le svariate gradazioni di questi estremi, più tenui nel loro sviluppo, ma sempre sopra le righe.
Un grande esempio di campione, nello sport ma soprattutto nella vita, è quello di Alex ZANARDI.
Egli infatti riparte dal corpo, pur essendo invalido dopo il tragico incidente in cui perse le gambe, lo riabilita con disciplina e cura, ma senza sconti e pietismi: sta sul limite e cerca di spingersi oltre.
Un alto esempio di grande campione è Yuri CHECHI: circa un mese prima delle gare si rompe il tendine d'Achille durante un allenamento ed è costretto a rinunciare alle gare.
Chechi non si perde d'animo. Nel 2000 un altro grave infortunio, la rottura del tendine brachiale di un bicipite, interrompe la sua preparazione per le olimpiadi di Sydney e questa volta il campione toscano sembra deciso al ritiro definitivo.
Nel 2003 però, per una promessa fatta a suo padre, torna ad allenarsi in vista delle olimpiadi di Atene dove ha l'onore di essere il portabandiera della spedizione italiana durante la cerimonia di apertura.
Infatti si allena con se stesso, ponendosi in un atteggiamento mentale positivo e sfidante, caratterizzato da disciplina e compassione verso il rispetto del limite che il braccio offeso gli pone.
Scende a patti con la vita: il confronto con il padre che combatte la sua battaglia contro una grave malattia diventa uno stimolo che l'incoraggia nel potercela fare.
Fanno un gioco di squadra, mettendo in atto le reciproche capacità di resilienza e di alleanza e ce la fanno!
Annalisa MINETTI è un altro caso a sè. La malattia che ha provocato la sua cecità (maculopatia pigmentosa, malattia incurabile dell'occhio con andamento cronico-degenerativo) la porta ad acquisire quella forza che è ben temprata da una serie di vicende personali ed esistenziali che hanno allenato la sua resilienza fin da piccola.
La resilienza è una caratteristica di fondamentale importanza anche nel campo della salute: è fondamentale tanto per affrontare i problemi esistenziali correlati, quanto per mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della malattia e della vita a dispetto delle frustrazioni di non poter guarire.
Il suo motto è: "TUTTI I TRAGUARDI SONO RAGGIUNGIBILI".
COME AUMENTARE E ALLENARE LA RESILIENZA
Ma esiste una pillola per aumentare la resilienza? La risposta è categorica ed è un bel NO. Almeno fino ad oggi.
Se ci sforziamo di cambiare la nostra valutazione cognitiva del mondo per adottarne una più funzionale e meno distorta, anche il nostro cervello dopo un po' di tempo si modificherà in modo tale da rendere permanenti i cambiamenti.
Un programma di miglioramento della resilienza individuale deve perseguire 3 obiettivi:
Identificare e modificare le modalità distorte o disfunzionali di valutazione cognitiva;
Aumentare il senso di controllo e di autoefficacia personale;
Migliorare la regolazione del rapporto tra il piano cognitivo (cioè i nostri pensieri) e quello fisiologico.
Per essere maggiormente resilienti occorre:
1- CREARE DELLE CONNESSIONI
2- EVITARE DI VEDERE CERTI PROBLEMI COME INSUPERABILI
3- ACCETTARE IL CAMBIAMENTO COME UNA PARTE DELLA VITA
4- MUOVERSI VERSO I PROPRI OBIETTIVI
5- INTRAPRENDERE AZIONI DECISIVE
6- CERCARE OPPORTUNITA' DI AUTO-SCOPERTA
7- PROMUOVERE UNA VISIONE POSITIVA DI SE STESSI
8- TENERE LE COSE IN PROSPETTIVA
9- MANTENERE UN'OTTIMISTICA PROSPETTIVA DI SPERANZA
10- PRENDERSI CURA DI SE STESSI
Non va dimenticato che la resilienza è una disciplina, cioè qualcosa che si ottiene in cambio di impegno e dedizione. Non ci sono scorciatoie.
Nessun mezzo è miracoloso e assicura risultati senza applicazione.
La storia dell’asino resiliente
C’erano una volta un uomo anziano e un vecchio asino. Un giorno l’asino cadde in un pozzo ormai asciutto, ma profondo.
Il povero animale ragliò tutto il giorno e l’uomo cercò di pensare a come tirarlo fuori dal pozzo. Alla fine, però, pensò che l’asino era molto vecchio e debole, senza contare che da tempo aveva deciso di riempire di terra il pozzo che era ormai prosciugato.
Decise di seppellire là il vecchio asino. Chiese a diversi vicini di aiutarlo; tutti presero una pala e cominciarono a gettare terra nel pozzo.
L’asino si mise a ragliare con tutta la forza che aveva. Dopo un po’, però, tra lo stupore generale, dal pozzo non venne più alcun suono.
Il padrone dell’asino guardò nel pozzo, credendo che l’asino fosse morto, ma vide uno spettacolo incredibile: tutte le volte in cui veniva gettata una palata di terra nel pozzo, l’asino la schiacciava con gli zoccoli.
Il suo padrone e i vicini continuarono a gettare terra nel pozzo e l’asino continuò a schiacciarla, formando un mucchio sempre più alto, finché riuscì a saltare fuori.
MORALE DELLA FAVOLA:
"La vita non smetterà mai di gettarci addosso "palate di terra", ma noi riusciremo ad "uscire dal pozzo", se ogni volta reagiremo.
Ogni problema ci offre l’opportunità di compiere un passo avanti, se non ci diamo per vinti...
Non bisogna mai arrendersi, anche perchè (metaforicamente) ciò che sembra seppellirci potrebbe essere la nostra àncora di salvezza!
E se ce l'ha fatta un asino, possiamo farcela anche noi comuni mortali!"
Alfredo Formosa e Elena Campanini
Un caro saluto.
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