giovedì 22 febbraio 2018

SULLE ORME DEL BUDDHA di Paul KOPPLER Le più belle storie buddhiste tratte dal Dhammapada, il sublime canto della verità

"SULLE ORME DEL BUDDHA Le più belle storie buddhiste tratte dal Dhammapada, il sublime canto della verità" di Paul KOPPLER (Il Punto d'Incontro Edizioni www.edizionilpuntodincontro.it Prefazione di Thich Nhat Hanh) mostra la potenza dei preziosi insegnamenti di Gotama Buddha.
I suoi racconti, semplici e profondi, contengono la narrazione dell'intero Dhamma buddhista (il sentiero spirituale elaborato da Buddha) e sono pervasi non solo di saggezza, ma anche di un pizzico di umorismo, per ritrovare la pura essenza del retaggio originale.
Una preziosa raccolta adatta a tutti, per scoprire e approfondire il buddhismo, attingere alle fonti tradizionali e trarne linfa spirituale e orientamento contemplativo.

Le storie non trattano solo dei più saggi discepoli di Buddha come Ananda, Khema e Sariputta, ma espongono anche le vicende interiori di uomini e donne comuni, mendicanti, bramini e sovrani che incessantemente si recavano dall'Illuminato per dissetarsi alla sua fonte di saggezza.
Edizione italiana con note esplicative e passi del Dhammapada a cura di Vincenzo Noja.
"Buddha e tutti gli uomini saggi non sono morti. Essi continuano a vivere in noi, se li comprendiamo e seguiamo la loro Via."
Thich Nhat Hanh

Paul Köppler (www.buddhismus-im-westen.de) è autore e curatore di diversi libri sul buddhismo Theravada.
Da oltre 20 anni studia e integra il buddhismo secondo l'insegnamento di Thich Nhat Hanh e la cultura occidentale.
Insegna il Dharma e la meditazione Vipassana in Germania, dove nel 1984 ha fondato il centro buddhista di meditazione "Waldhaus" sul lago Laacher.

"Sulle orme del Buddha è da considerarsi un'introduzione generale ed esperienziale al Buddhismo delle origini. Vuol essere un primo approccio alle sue pratiche fondate sulla meditazione, sulla contemplazione e sui molteplici insegnamenti dottrinali, spirituali ed etici del suo fondatore.
La meditazione di calma mentale (shamatha); la visione profonda penetrante (vipassana); il cammino dell'ottuplice sentiero; la contemplazione della mente e delle trentadue parti del corpo; i quattro fondamenti della presenza mentale;
l'osservazione dell'impermanenza di tutte le cose e dei fenomeni sono gli addestramenti principali spiegati dal Risvegliato ai suoi monaci e ai praticanti laici, prendendo spunto dalle loro singole vicissitudini.

Questa raccolta di sessantasei narrazioni sulla illuminazione attinge e si ispira agli aforismi del Dhammapada e si rivolge in particolare a quattro categorie di lettori:
a coloro che sono seriamente intenzionati alla via dell'illuminazione; ai ricercatori spirituali in generale; a coloro che sono già progrediti nella pratica spirituale buddhista, tuttavia desiderano riviverla e gustarla attraverso semplici racconti e leggende;

alle persone comuni che desiderano una lettura semplice
, ma allo stesso tempo non inutile.
Una lettura che porti loro anche beneficio e consiglio spirituale. Sono pagine utilissime e di beneficio a tutti. Chi scrive ha voluto curare questo volume affinché i lettori possano ispirarsi e dimorare nella pace interiore."
Dalla presentazione del curatore Vincenzo Noja (www.vincenzonoja.eu)

"Impermanente è tutto quello che esiste. È questa la natura di tutta l'Esistenza soggetta alla nascita e al decadimento...
Ho pronunciato e insegnato per anni e anni il Dhamma senza fare distinzione tra dottrina esoterica ed essoterica. Non ho più niente da insegnare. Il Dhamma stesso è il vostro Maestro e la vostra protezione.
In effetti io non sono mai stato la vostra vera guida, l'Ordine si è guidato da sé mediante le regole.
Siate consapevoli del vostro corpo; siate consapevoli delle vostre sensazioni e dei vostri pensieri; siate consapevoli di tutti i fenomeni.
Se vi addestrerete così costantemente, avrete solo il Dhamma come rifugio; esso è la migliore protezione, la migliore guida spirituale, e non avrete bisogno di altro." Buddha

Ma chi è Buddha e cosa rappresenta in verità? Buddha rappresenta l'archetipo dell'"Illuminato", ossia di colui che ha realizzato nel corso della vita terrena l'esperienza dell'Illuminazione e, con l'indicarne la via e il metodo, l'ha trasmessa in eredità a tutti gli uomini.
Il buddhismo può essere visto come un insieme di strumenti che rendono capaci di vedere le cose come sono in realtà, nel qui ed ora. Il buddhismo non ha dogmi e dà la possibilità di porre domande su ogni cosa.
Gli insegnamenti del Buddha mirano al pieno sviluppo e alla libertà di corpo, parola e mente. Applicando gli insegnamenti alla propria vita sorgerà una profonda fiducia nel proprio potenziale, dando a tutte le situazioni il gusto del significato e della crescita.

Quando poi aumenterà la consapevolezza della natura condizionata di tutte le cose i concetti rigidi svaniranno e appariranno naturalmente le perfette qualità di corpo, parola e mente.
I punti fondamentali del buddhismo sono formati da pensieri illuminanti. L'illuminazione è la più alta gioia che risveglia ogni cuore.
Non c'è nulla di più soddisfacente e totale di questo stato di unione con tutte le cose, tutti i tempi, tutti gli esseri, in tutte le direzioni.
Il cuore dell'insegnamento del Buddha si trova nelle Quattro Nobili Verità:

1) Dukkha (La Nobile Verità della Sofferenza); 2) Samudaya, il sorgere o l'origine di dukkha; 3) Nirodha, la cessazione di dukkha
4) Magga, il sentiero che conduce alla cessazione di dukkha.
La generosità è la prima delle 6 virtù principali buddhiste (Paramita), le altre 5 sono: etica, pazienza, sforzo gioioso, concentrazione e visione profonda.
L'insegnamento del Buddha (e in particolare la sua via di meditazione) mira a procurare uno stato di perfetta salute mentale, di equilibrio e di tranquillità.
I nostri pensieri, le nostre percezioni e preoccupazioni ci tolgono tutto lo "spazio interiore" e ci impediscono di stare in contatto con ciò che accade momento per momento.

Se cerchiamo di ignorare la sofferenza o di distarci da essa con i beni di consumo, finiamo per peggiorarla. Bisogna imparare ad "abbracciare".
Il processo di guarigione comincia quando "inspiriamo in consapevolezza", quando inspiriamo e concentriamo la nostra attenzione sulla sofferenza, unifichiamo corpo e mente.
Mi piace molto la metafora di Thich Nhat Hanh che dice: "la sofferenza deve essere abbracciata... come la luce del sole al mattino su un fiore che di notte si è chiuso:
la luce del sole non interferisce con il fiore, si limita ad abbracciarlo e a permearlo con delicatezza. Abbracciato dall'energia della luce solare, il fiore comincia a sbocciare."

Secondo il Buddha un essere umano è fatto di 5 elementi, in sanscrito detti "skandha": la forma (ossia il corpo), le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la coscienza.
In un certo senso ogni essere umano è un guardiano e questi elementi sono il suo territorio; per sapere qual è la sua situazione dentro di sè deve conoscere il suo territorio, compresi gli elementi che quasi sempre sono in guerra tra loro.
Se si vuole portare armonia, riconciliazione e guarigione dentro se stessi bisogna capirsi, amarsi ed accettarsi. Bisogna padroneggiare la nostra rabbia personale.
Quando in te nasce la rabbia chiudi gli occhi e le orecchie, ritorna a te stesso e occupati della sorgente interna di quella tua rabbia.

Ricorda: la rabbia è solo un'energia e tutte le energie si possono trasformare. La meditazione è l'arte di usare un tipo di energia per trasformarla in un'altra.
Essa tende a ripulire la mente dalle impurità, da ciò che la turba come la rabbia, l'odio, la malevolenza, l'indolenza, le preoccupazioni e agitazioni, i dubbi.
E tende a coltivare le qualità quali la concentrazione, l'attenzione, l'intelligenza, la volontà, l'energia, la gioia, la calma, conducendo alla fine alla più alta saggezza che vede le cose come sono nella propria concreta verità.

IL GENEROSO BRAMANO E LA SUA CONSORTE

"I veri rinuncianti considerano il corpo e la mente non sfiorati da pensieri di possesso, di io e mio; non si rattristano per qualche perdita materiale né hanno desiderio per quello che non possiedono. (XXV, 367)

Nei pressi del monastero di Jevatana viveva un ricco bramano con sua moglie; erano proprietari terrieri e avevano l'abitudine di distribuire la prima parte del loro raccolto e del loro pasto ai bisognosi e ai monaci.
La generosa coppia, che frequentava Buddha, offriva anche a lui il pasto quotidiano. Il Beato aveva compreso l'attitudine devozionale dei due coniugi e un giorno volle metterli alla prova.
Si recò a casa del bramano a chiedergli l'elemosina, nonostante quest'ultimo gli avesse già donato la prima parte del suo pasto. Poiché nessuno gli apriva la porta, il sublime mendicante rimase in attesa.

La moglie del bramano, che lo aveva visto e lo aveva sentito bussare, cercò di ignorarlo pensando che il Beato avesse già ricevuto l'offerta. Ma quando anche il bramano si accorse della presenza di Buddha rimproverò la moglie, uscì e si affrettò ad aprire la porta al Sublime.
Mortificato, il brav'uomo si scusò: "Venerabile Maestro, purtroppo non sapendo della vostra visita, ho consumato già la prima parte del mio pasto; potreste perdonarmi ed essere tanto buono accettando la seconda parte?".
Avendo molto apprezzato quel gesto di sincera generosità, Buddha gli rispose: "Mio caro amico, se ricevo la prima parte è giusto, se il pasto viene suddiviso e ricevo solo la seconda parte anche questo è giusto, ed è giusto anche se ricevo solo l'ultima parte.

Buon uomo, noi monaci siamo come gli uccelli che vivono del cibo che trovano sparso sul terreno. Chi vive dell'aiuto altrui o dipende da qualcuno deve accettare anche gli ultimi resti del pasto senza lamentarsi".
Il bramano fu felice di udire quelle parole e si rallegrò della buona occasione di poter essere utile al Sublime. Dopo il pasto, mentre porgeva a Buddha l'acqua per lavarsi le mani, gli chiese:
"Venerabile Maestro, qual è la differenza tra la vostra comunità monastica e le altre comunità ascetiche e monastiche? Che cosa significa essere un vero monaco?".
Considerando che la coppia possedeva già una certa conoscenza della vita interiore e della vera natura dei fenomeni fisici e mentali, Buddha rispose:

"Caro amico, i veri monaci sono coloro che si sono liberati dalle catene del corpo e della mente. Contemplando il loro corpo vedono solo una forma; contemplando la loro mente vedono solo il concetto.
Non pensano più che questo corpo e questa mente appartengano loro. I veri rinuncianti realizzano che il corpo e la mente sono transitori, ma loro non soffrono più per questo, ne sono definitivamente liberi.
Solo coloro che hanno riconosciuto e realizzato questo sono i veri monaci rinuncianti".
Dopo questa breve ma sostanziale spiegazione del Beato il bramano e sua moglie, che lo avevano ascoltato con vera attenzione, compresero fino in fondo l'arduo cammino che conduce all'illuminazione."
BUDDHA, dal libro "SULLE ORME DEL BUDDHA Le più belle storie buddhiste tratte dal Dhammapada, il sublime canto della verità" di Paul KOPPLER



Un caro saluto. Raffaele Ciruolo 
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1 commento:

  1. Ogni persona raggiunge la libertà quando si libera da qualsiasi oggetto e attaccamento materiale. Solo così potrà raggiungere la vera libertà diventando un faro per tutta l'umanità. Libro interessante che illumina e risveglia la strada verso la verità e la felicità.

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