"PIU' FORTE DEL SILENZIO" di Anna COSTORELLA (FAUST edizioni) è una poetica cronaca "on the road" dove alle meraviglie della natura si fondono personaggi indelebili come il pescatore anarchico Miguel o la sfuggente ballerina Josephine e animali che toccano il cuore come il cane salvato da una perrera-lager o il gatto Ludovico.
Fino al sorprendente finale nel quale una misteriosa donna americana riannoderà, con le sue rivelazioni, il filo dei destini.
Adriano Aloisi è un rappresentante di biancheria intima che soffre di una lieve forma di balbuzie. Durante una vacanza in Andalusia si innamora di una ragazza e per la prima volta viene ricambiato: Ines Katakis, sensuale creatura di madre spagnola e padre greco, diventerà sua moglie.
Trent'anni dopo (in seguito alla morte di Ines e alla fuga in Sudamerica del loro figlio Diego, bello e dannato) Adriano a pochi mesi dalla pensione, costretto dagli eventi e dal peso della solitudine, decide di abbandonare l'Italia.
Come un contemporaneo Don Chisciotte, a bordo della sua vecchia auto, inizia un viaggio in Spagna nei luoghi in cui è vissuta la moglie "come se, conoscendo quello che non sapeva, avesse potuto ricongiungersi a lei".
Il viaggio si rivelerà parallelamente per lui un percorso di autoanalisi alla ricerca di se stesso e delle origini della propria felicità.
Questo bel romanzo tratta tanti temi molto attuali: le dinamiche familiari, il rapporto con gli animali domestici, le considerazioni sull'aborto, sulle adozioni sconfinando perfino nel paranormale…
Anna Costorella è nata a Ferrara, dove vive da sempre. Ha iniziato a cimentarsi nella scrittura solo in età matura ricevendo segnalazioni e riconoscimenti in alcuni concorsi letterari.
Allieva di Roberto Pazzi alla Scuola di scrittura creativa "Itaca" di Ferrara, ha pubblicato La casa dei cento gatti nell'antologia Verso Itaca (Faust edizioni, 2015) che racchiude 15 racconti dei corsisti sul tema della vista e della visione.
"Lo stile ha una magistrale cadenza di crescendo musicale" ha scritto Pazzi di lei in quella occasione.
Più forte del silenzio inizia con la morte di Ines (un angelo volato via forse troppo in fretta): Adriano (benchè ateo) si ritrova in chiesa per la seconda volta dopo il suo matrimonio.
Adriano nel cimitero notò con grande sorpresa tanti gatti randagi che giravano in questo luogo con un'aria domestica e tranquilla: si aggiravano con fare lezioso mentre si leccavano i baffi e le zampe senza rendersi conto che un grande angelo marmoreo con le rigide chiome al vento e le ali spiegate stava proprio sopra uno di loro quasi ad indicarne la protezione.
La metafora della vita e della morte: la consapevolezza e l'indifferenza proprio come spesso capita agli esseri umani…
Da questo triste e struggente dolore il romanzo prende forma e anche Adriano con il tempo si trasforma.
Aveva dimenticato per un attimo il motivo che l'aveva spinto a raggiungere la Spagna, distratto da scenari incantevoli. Il cuore di Adriano era in contrasto con la calma circostante. Non sapeva quale sarebbe stata la sua vita.
Il suo animo, dopo una relativa serenità, era gravato da un enorme peso. Le ferite spesso sono lame che lacerano il cuore e poi lentamente si rimarginano (o quasi): bisogna abbracciarle ed accettarle, bisogna superare il dolore e metabolizzarlo per guarire o almeno soffrire di meno.
La vita è anche questa: i dolori profondi fanno parte della vita e l'accettazione è l'antidoto. Per superare tale trauma bisogna prendere atto di se stessi, affermare la propria identità facendo un "atto cognitivo" oltre che emotivo.
"Prendendo atto" si costruiscono nuovi schemi rappresentativi interni (guardarsi dentro per affermarsi meglio fuori): ciò richiede tempo e tanta comprensione.
I traumi delle mancanze affettive (lutti in particolare) sono perdite dolorose: impara ad esprimere il dolore e le paure.
Questo percorso può fare la differenza e liberarti dalle inquietudini che danneggiano l'equilibrio della tua vita.
"Ed era morto solo, così come si nasce. L'unica cosa che conta nella vita è solo l'amore.
Se, come scrisse Shakespeare, siamo fatti della stessa materia dei sogni, la notte si consuma nell'arco di una vita.
Dove il sogno è la vita stessa e, all'interno del buio che la seguirà, non sarà restituita una nuova alba terrena…
In ogni luogo potrai cercare la tua terra ma la tua terra la troverai solo se ami." Anna Costorella
"Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita. Perché vita e morte sono una cosa sola, così come il fiume e il mare." Khalil Gibran
Un caro saluto. Raffaele Ciruolo
Fino al sorprendente finale nel quale una misteriosa donna americana riannoderà, con le sue rivelazioni, il filo dei destini.
Adriano Aloisi è un rappresentante di biancheria intima che soffre di una lieve forma di balbuzie. Durante una vacanza in Andalusia si innamora di una ragazza e per la prima volta viene ricambiato: Ines Katakis, sensuale creatura di madre spagnola e padre greco, diventerà sua moglie.
Trent'anni dopo (in seguito alla morte di Ines e alla fuga in Sudamerica del loro figlio Diego, bello e dannato) Adriano a pochi mesi dalla pensione, costretto dagli eventi e dal peso della solitudine, decide di abbandonare l'Italia.
Come un contemporaneo Don Chisciotte, a bordo della sua vecchia auto, inizia un viaggio in Spagna nei luoghi in cui è vissuta la moglie "come se, conoscendo quello che non sapeva, avesse potuto ricongiungersi a lei".
Il viaggio si rivelerà parallelamente per lui un percorso di autoanalisi alla ricerca di se stesso e delle origini della propria felicità.
Questo bel romanzo tratta tanti temi molto attuali: le dinamiche familiari, il rapporto con gli animali domestici, le considerazioni sull'aborto, sulle adozioni sconfinando perfino nel paranormale…
Anna Costorella è nata a Ferrara, dove vive da sempre. Ha iniziato a cimentarsi nella scrittura solo in età matura ricevendo segnalazioni e riconoscimenti in alcuni concorsi letterari.
Allieva di Roberto Pazzi alla Scuola di scrittura creativa "Itaca" di Ferrara, ha pubblicato La casa dei cento gatti nell'antologia Verso Itaca (Faust edizioni, 2015) che racchiude 15 racconti dei corsisti sul tema della vista e della visione.
"Lo stile ha una magistrale cadenza di crescendo musicale" ha scritto Pazzi di lei in quella occasione.
Più forte del silenzio inizia con la morte di Ines (un angelo volato via forse troppo in fretta): Adriano (benchè ateo) si ritrova in chiesa per la seconda volta dopo il suo matrimonio.
Adriano nel cimitero notò con grande sorpresa tanti gatti randagi che giravano in questo luogo con un'aria domestica e tranquilla: si aggiravano con fare lezioso mentre si leccavano i baffi e le zampe senza rendersi conto che un grande angelo marmoreo con le rigide chiome al vento e le ali spiegate stava proprio sopra uno di loro quasi ad indicarne la protezione.
La metafora della vita e della morte: la consapevolezza e l'indifferenza proprio come spesso capita agli esseri umani…
Da questo triste e struggente dolore il romanzo prende forma e anche Adriano con il tempo si trasforma.
Aveva dimenticato per un attimo il motivo che l'aveva spinto a raggiungere la Spagna, distratto da scenari incantevoli. Il cuore di Adriano era in contrasto con la calma circostante. Non sapeva quale sarebbe stata la sua vita.
Il suo animo, dopo una relativa serenità, era gravato da un enorme peso. Le ferite spesso sono lame che lacerano il cuore e poi lentamente si rimarginano (o quasi): bisogna abbracciarle ed accettarle, bisogna superare il dolore e metabolizzarlo per guarire o almeno soffrire di meno.
La vita è anche questa: i dolori profondi fanno parte della vita e l'accettazione è l'antidoto. Per superare tale trauma bisogna prendere atto di se stessi, affermare la propria identità facendo un "atto cognitivo" oltre che emotivo.
"Prendendo atto" si costruiscono nuovi schemi rappresentativi interni (guardarsi dentro per affermarsi meglio fuori): ciò richiede tempo e tanta comprensione.
I traumi delle mancanze affettive (lutti in particolare) sono perdite dolorose: impara ad esprimere il dolore e le paure.
Questo percorso può fare la differenza e liberarti dalle inquietudini che danneggiano l'equilibrio della tua vita.
"Ed era morto solo, così come si nasce. L'unica cosa che conta nella vita è solo l'amore.
Se, come scrisse Shakespeare, siamo fatti della stessa materia dei sogni, la notte si consuma nell'arco di una vita.
Dove il sogno è la vita stessa e, all'interno del buio che la seguirà, non sarà restituita una nuova alba terrena…
In ogni luogo potrai cercare la tua terra ma la tua terra la troverai solo se ami." Anna Costorella
"Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita. Perché vita e morte sono una cosa sola, così come il fiume e il mare." Khalil Gibran
Un caro saluto. Raffaele Ciruolo
Perdere le persone care è veramente doloroso e credo che questo romanzo possa essere utile per molti lettori che hanno vissuto o vivono attualmente questa sofferenza interiore.
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