"IL COACHING E' UNA SANA ABITUDINE Parla di meno, chiedi di più e cambia per sempre la tua leadership" di Michael BUNGAY STANIER (Edizioni LSWR www.edizionilswr.it) dimostra che il coaching è una competenza fondante per tutti i manager e leader.
Quelli che ne fanno un metodo di lavoro quotidiano creano più focus, coraggio e resilienza. Aiutano gli altri (e se stessi) a lavorare con minore fatica e maggiore impatto.
Grazie ad anni di esperienza in tutto il mondo nella formazione di oltre 10.000 impegnatissimi manager su abilità di coaching pratico e quotidiano Bungay Stanier rivela come sbloccare il potenziale di chi lavora per noi.
Analizza in dettaglio 7 domande fondamentali per dimostrare come sviluppare (dicendo di meno e chiedendo di più) un metodo di coaching capace di produrre grandi risultati:
la Kickstart Question per andare dritti al punto in qualunque conversazione; la Awe Question per restare sul punto in qualunque interazione;
la Lazy Question per risparmiare tempo e la Strategic per non farlo perdere agli altri; la Focus e la Foundation Question per arrivare al nocciolo di qualunque difficoltà interpersonale o esterna; la Learning Question perché gli altri trovino il vostro coaching vantaggioso quanto voi.
Con il suo approccio fresco e innovativo il libro combina informazioni da insider e ricerca basata su neuroscienze e economia comportamentale con strumenti interattivi di formazione per trasformare i consigli pratici in abitudini concrete.
Presentazione di Andrea Zappia. Prefazione di Anna Zanardi Cappon.
Leggi anche la recensione di un altro bestseller dello stesso editore:
LA DIFFERENZA INVISIBILE di Julie DACHEZ e Mademoiselle CAROLINE
Michael Bungay Stanier, già autore del bestseller Do More Great Work (oltre 100.000 copie vendute), è un esperto di coaching a livello mondiale e il fondatore di Box Of Crayons, azienda che aiuta i manager e i leader a diventare grandi coach in 10 minuti o meno.
www.boxofcrayons.com www.michaelbungaystanier.com
"Nella mia società (Box of Crayons) abbiamo formato su competenze pratiche di coaching più di 10000 manager molto impegnati, come voi. Negli anni siamo arrivati a considerare evidenti queste verità:
• Il coaching è semplice. Di fatto le sette domande fondamentali di questo libro vi forniscono gran parte di quello che vi serve. • Si può allenare una persona in 10 minuti o meno. E nel mondo impegnatissimo di oggi bisogna saperlo fare. • Il coaching dovrebbe essere un atto quotidiano e informale, non un evento occasionale e formale sul genere "È ora di fare coaching!".
• Potete creare un'abitudine al coaching ma solo se capite e utilizzate meccanismi collaudati di costruzione e integrazione delle nuove abitudini." Michael Bungay Stanier
"Il coaching è una sana abitudine non è un libro sul coaching né un libro che insegna a impartire servizi di coaching. Come manager lo vedo invece come un libro che può aiutare nei rapporti con colleghi e collaboratori.
Ciò che colpisce è la capacità di proporre tecniche innovative non per il rapporto fra coach e manager beneficiario ma per i rapporti interpersonali di ogni giorno: i leader devono per prima cosa essere bravi coach per migliorare il rendimento delle loro squadre e dei colleghi…
E' fondamentale per noi generare e sviluppare idee innovative senza accontentarci dei percorsi che in passato hanno prodotto risultati. Io e i miei colleghi dobbiamo ogni giorno porre domande come quelle suggerite nel libro; anche noi dobbiamo ascoltare davvero le risposte, specie se non convenzionali.
Il metodo suggerito da Michael Bungay Stanier, che questo libro descrive con linguaggio incisivo e coinvolgente, non potrebbe essere più appropriato." Andrea Zappia (CEO Sky Italia)
"L'invito molto pragmatico dell'autore a far diventare il coaching un'abitudine quotidiana da esercitarsi in tutti gli ambiti della vita evidenzia un tratto della leadership ancora poco indagato ma fondamentale per il successo professionale-personale, organizzativo, di team: la coerenza dei propri comportamenti.
Essere coerenti quando si ha una responsabilità di performance di business, di team, istituzionale o di qualsiasi altro genere non è una scelta: è l'unico modo per essere certi di raggiungere l'obiettivo…
Fare del coaching un'abitudine diventa cruciale perché alimenta il continuo confronto fra sé e sé, fra sé e un altro interlocutore, fra sé e il mondo." Anna Zanardi Cappon, Phd International Board Advisor, Executive Senior Coach
Daniel Goleman, psicologo e giornalista che ha reso popolare il concetto di intelligenza emotiva, in un articolo affermava che gli stili di leadership fondamentali sono 6. Il coaching era uno di questi e il suo impatto "nettamente positivo" era stato dimostrato. Nello stesso tempo era quello meno utilizzato, perché? Goleman scriveva:
"Molti leader ci dicono che in questa economia ad alta pressione non trovano il tempo per il lavoro lento e noioso di insegnare e aiutare le persone a crescere".
Il fulcro del libro Il coaching è una sana abitudine è costituito da 7 domande fondamentali che elevano il tuo modo di lavorare in forma più efficiente e produttiva: la domanda di partenza, la domanda ECA, la domanda focus, la domanda di fondo, la domanda pigra, la domanda strategica e la domanda istruttiva (che è abbinata alla domanda di partenza).
Il cambio di comportamento al centro di questo brillante testo è: fare un po' più domande alle persone e dirgli un po' meno cosa fare.
Per creare abitudini efficaci sono necessarie 5 componenti essenziali: una ragione, un elemento scatenante o trigger (un evento che si scatena al verificarsi di una determinata condizione che tenga conto di 3 fattori principali: tempo, luogo, sequenza), una microabitudine, una pratica efficace e un piano.
Per scrivere il suo Piccolo manuale del talento Dan Coyle ha studiato come mai certe parti del mondo sono dei "punti caldi" per determinate abilità. Brasile: calcio; Mosca: tennis femminile; New York: musica.
In tutte queste zone calde un fattore chiave è sapersi esercitare bene, quella che Coyle chiama deep practice, la "pratica profonda" che ha 3 componenti:
1) esercitare piccoli pezzi dell'azione più grande 2) ripetizione, ripetizione e ripetizione… 3) essere consapevoli e far caso a quando le cose vanno bene.
Per diventare una persona di talento ci vuole tanta esercitazione ma anche molta perseveranza, cultura e determinazione.
Egli afferma che la cultura ha la sua importanza: "La cultura non è qualcosa che sei, è qualcosa che fai, il potere è nelle tue mani!" Dan Coyle
Peter Senge nel suo libro La quinta disciplina introduce "I cinque perché", un processo autoesplicativo che serve a ripercorrere una storia a ritroso fino a trovare la causa alla radice di "un problema pernicioso e ricorrente".
Simon Sinek sviluppa il tema nel libro Partire dal Perché. Le organizzazioni devono fondarsi su un'assoluta chiarezza del Perché della loro esistenza.
Nel suo modello Marshall Rosenberg (ideatore della comunicazione non violenta CNV) esamina la differenza tra desideri e bisogni in modo diverso dal solito. Il bisogno esprime una necessità primaria dell'organismo la cui mancata soddisfazione non consente di vivere adeguatamente.
Il desiderio è un compromesso tra il soggetto, i suoi bisogni di base e l'ambiente. È dall'incontro dinamico tra il sé e l'ambiente che nascono i desideri.
Daniel Kahneman (premio Nobel per l'economia 2002) è noto soprattutto per il libro Pensieri lenti e veloci: spiega che abbiamo a disposizione 2 processi decisionali: uno veloce, istintivo, "di pancia" e uno più lento e razionale.
Alcune delle mie citazioni preferite dal bestseller IL COACHING E' UNA SANA ABITUDINE Parla di meno, chiedi di più e cambia per sempre la tua leadership di Michael Bungay Stanier:
"Il vero ingrediente segreto è rendere la curiosità un'abitudine. Il cambio di comportamento più intensamente adatto a voi è semplicemente questo: un po' di consigli in meno, un po' di curiosità in più.
Trovate le vostre domande, trovate la vostra voce. E più di tutto costruite la vostra abitudine al coaching.
Il coaching è una sana abitudine è altamente interattivo, concreto e divertente e attinge alle più recenti conoscenze psicologiche e neuroscientifiche per fare in modo che l'apprendimento resti.
Un coach con una buona abitudine interattiva ha uno standard personale più elevato poiché viene spronato costantemente a cercare di migliorare se stesso e il suo interlocutore." Michael Bungay Stanier
"Se non sai che cosa innesca il vecchio comportamento non lo cambierai mai perché lo userai ancora prima di rendertene conto."
Charles Duhigg, autore del bestseller La dittatura delle abitudini
"Fate le domande giuste se avete intenzione di trovare le risposte giuste." Vanessa Redgrave
Alcuni dei libri consigliati nella BIBLIOGRAFIA
1) Daniel H. Pink, Drive
2) Seth Godin, The dip
3) Edgar Schein, Helping
4) Chip Heath e Dan Heath, Switch
5) Bill Bryson, Breve storia di (quasi) tutto
Un caro saluto. Raffaele Ciruolo
Quelli che ne fanno un metodo di lavoro quotidiano creano più focus, coraggio e resilienza. Aiutano gli altri (e se stessi) a lavorare con minore fatica e maggiore impatto.
Grazie ad anni di esperienza in tutto il mondo nella formazione di oltre 10.000 impegnatissimi manager su abilità di coaching pratico e quotidiano Bungay Stanier rivela come sbloccare il potenziale di chi lavora per noi.
Analizza in dettaglio 7 domande fondamentali per dimostrare come sviluppare (dicendo di meno e chiedendo di più) un metodo di coaching capace di produrre grandi risultati:
la Kickstart Question per andare dritti al punto in qualunque conversazione; la Awe Question per restare sul punto in qualunque interazione;
la Lazy Question per risparmiare tempo e la Strategic per non farlo perdere agli altri; la Focus e la Foundation Question per arrivare al nocciolo di qualunque difficoltà interpersonale o esterna; la Learning Question perché gli altri trovino il vostro coaching vantaggioso quanto voi.
Con il suo approccio fresco e innovativo il libro combina informazioni da insider e ricerca basata su neuroscienze e economia comportamentale con strumenti interattivi di formazione per trasformare i consigli pratici in abitudini concrete.
Presentazione di Andrea Zappia. Prefazione di Anna Zanardi Cappon.
Leggi anche la recensione di un altro bestseller dello stesso editore:
LA DIFFERENZA INVISIBILE di Julie DACHEZ e Mademoiselle CAROLINE
Michael Bungay Stanier, già autore del bestseller Do More Great Work (oltre 100.000 copie vendute), è un esperto di coaching a livello mondiale e il fondatore di Box Of Crayons, azienda che aiuta i manager e i leader a diventare grandi coach in 10 minuti o meno.
www.boxofcrayons.com www.michaelbungaystanier.com
"Nella mia società (Box of Crayons) abbiamo formato su competenze pratiche di coaching più di 10000 manager molto impegnati, come voi. Negli anni siamo arrivati a considerare evidenti queste verità:
• Il coaching è semplice. Di fatto le sette domande fondamentali di questo libro vi forniscono gran parte di quello che vi serve. • Si può allenare una persona in 10 minuti o meno. E nel mondo impegnatissimo di oggi bisogna saperlo fare. • Il coaching dovrebbe essere un atto quotidiano e informale, non un evento occasionale e formale sul genere "È ora di fare coaching!".
• Potete creare un'abitudine al coaching ma solo se capite e utilizzate meccanismi collaudati di costruzione e integrazione delle nuove abitudini." Michael Bungay Stanier
"Il coaching è una sana abitudine non è un libro sul coaching né un libro che insegna a impartire servizi di coaching. Come manager lo vedo invece come un libro che può aiutare nei rapporti con colleghi e collaboratori.
Ciò che colpisce è la capacità di proporre tecniche innovative non per il rapporto fra coach e manager beneficiario ma per i rapporti interpersonali di ogni giorno: i leader devono per prima cosa essere bravi coach per migliorare il rendimento delle loro squadre e dei colleghi…
E' fondamentale per noi generare e sviluppare idee innovative senza accontentarci dei percorsi che in passato hanno prodotto risultati. Io e i miei colleghi dobbiamo ogni giorno porre domande come quelle suggerite nel libro; anche noi dobbiamo ascoltare davvero le risposte, specie se non convenzionali.
Il metodo suggerito da Michael Bungay Stanier, che questo libro descrive con linguaggio incisivo e coinvolgente, non potrebbe essere più appropriato." Andrea Zappia (CEO Sky Italia)
"L'invito molto pragmatico dell'autore a far diventare il coaching un'abitudine quotidiana da esercitarsi in tutti gli ambiti della vita evidenzia un tratto della leadership ancora poco indagato ma fondamentale per il successo professionale-personale, organizzativo, di team: la coerenza dei propri comportamenti.
Essere coerenti quando si ha una responsabilità di performance di business, di team, istituzionale o di qualsiasi altro genere non è una scelta: è l'unico modo per essere certi di raggiungere l'obiettivo…
Fare del coaching un'abitudine diventa cruciale perché alimenta il continuo confronto fra sé e sé, fra sé e un altro interlocutore, fra sé e il mondo." Anna Zanardi Cappon, Phd International Board Advisor, Executive Senior Coach
Daniel Goleman, psicologo e giornalista che ha reso popolare il concetto di intelligenza emotiva, in un articolo affermava che gli stili di leadership fondamentali sono 6. Il coaching era uno di questi e il suo impatto "nettamente positivo" era stato dimostrato. Nello stesso tempo era quello meno utilizzato, perché? Goleman scriveva:
"Molti leader ci dicono che in questa economia ad alta pressione non trovano il tempo per il lavoro lento e noioso di insegnare e aiutare le persone a crescere".
Il fulcro del libro Il coaching è una sana abitudine è costituito da 7 domande fondamentali che elevano il tuo modo di lavorare in forma più efficiente e produttiva: la domanda di partenza, la domanda ECA, la domanda focus, la domanda di fondo, la domanda pigra, la domanda strategica e la domanda istruttiva (che è abbinata alla domanda di partenza).
Il cambio di comportamento al centro di questo brillante testo è: fare un po' più domande alle persone e dirgli un po' meno cosa fare.
Per creare abitudini efficaci sono necessarie 5 componenti essenziali: una ragione, un elemento scatenante o trigger (un evento che si scatena al verificarsi di una determinata condizione che tenga conto di 3 fattori principali: tempo, luogo, sequenza), una microabitudine, una pratica efficace e un piano.
Per scrivere il suo Piccolo manuale del talento Dan Coyle ha studiato come mai certe parti del mondo sono dei "punti caldi" per determinate abilità. Brasile: calcio; Mosca: tennis femminile; New York: musica.
In tutte queste zone calde un fattore chiave è sapersi esercitare bene, quella che Coyle chiama deep practice, la "pratica profonda" che ha 3 componenti:
1) esercitare piccoli pezzi dell'azione più grande 2) ripetizione, ripetizione e ripetizione… 3) essere consapevoli e far caso a quando le cose vanno bene.
Per diventare una persona di talento ci vuole tanta esercitazione ma anche molta perseveranza, cultura e determinazione.
Egli afferma che la cultura ha la sua importanza: "La cultura non è qualcosa che sei, è qualcosa che fai, il potere è nelle tue mani!" Dan Coyle
Peter Senge nel suo libro La quinta disciplina introduce "I cinque perché", un processo autoesplicativo che serve a ripercorrere una storia a ritroso fino a trovare la causa alla radice di "un problema pernicioso e ricorrente".
Simon Sinek sviluppa il tema nel libro Partire dal Perché. Le organizzazioni devono fondarsi su un'assoluta chiarezza del Perché della loro esistenza.
Nel suo modello Marshall Rosenberg (ideatore della comunicazione non violenta CNV) esamina la differenza tra desideri e bisogni in modo diverso dal solito. Il bisogno esprime una necessità primaria dell'organismo la cui mancata soddisfazione non consente di vivere adeguatamente.
Il desiderio è un compromesso tra il soggetto, i suoi bisogni di base e l'ambiente. È dall'incontro dinamico tra il sé e l'ambiente che nascono i desideri.
Daniel Kahneman (premio Nobel per l'economia 2002) è noto soprattutto per il libro Pensieri lenti e veloci: spiega che abbiamo a disposizione 2 processi decisionali: uno veloce, istintivo, "di pancia" e uno più lento e razionale.
Alcune delle mie citazioni preferite dal bestseller IL COACHING E' UNA SANA ABITUDINE Parla di meno, chiedi di più e cambia per sempre la tua leadership di Michael Bungay Stanier:
"Il vero ingrediente segreto è rendere la curiosità un'abitudine. Il cambio di comportamento più intensamente adatto a voi è semplicemente questo: un po' di consigli in meno, un po' di curiosità in più.
Trovate le vostre domande, trovate la vostra voce. E più di tutto costruite la vostra abitudine al coaching.
Il coaching è una sana abitudine è altamente interattivo, concreto e divertente e attinge alle più recenti conoscenze psicologiche e neuroscientifiche per fare in modo che l'apprendimento resti.
Un coach con una buona abitudine interattiva ha uno standard personale più elevato poiché viene spronato costantemente a cercare di migliorare se stesso e il suo interlocutore." Michael Bungay Stanier
"Se non sai che cosa innesca il vecchio comportamento non lo cambierai mai perché lo userai ancora prima di rendertene conto."
Charles Duhigg, autore del bestseller La dittatura delle abitudini
"Fate le domande giuste se avete intenzione di trovare le risposte giuste." Vanessa Redgrave
Alcuni dei libri consigliati nella BIBLIOGRAFIA
1) Daniel H. Pink, Drive
2) Seth Godin, The dip
3) Edgar Schein, Helping
4) Chip Heath e Dan Heath, Switch
5) Bill Bryson, Breve storia di (quasi) tutto
Un caro saluto. Raffaele Ciruolo
Nessun commento:
Posta un commento