giovedì 3 settembre 2009

"Il trionfo dell'invisibile" di Dario Perlangeli

Per concludere la "trilogia", ecco un nuovo articolo di Dario Perlangeli, http://www.loadtrainers.it/ :

"IL TRIONFO DELL'INVISIBILE

Il cervello per definizione costruisce modelli virtuali tridimensionali della realtà. E’ grazie a questa attività cerebrale che l’essere umano può fare esperienza della realtà da lui fisicamente percepibile. Esistono altre forme di realtà oltre quelle “normalmente” percepite? E’ corretto o saggio escludere l’esistenza di tutto ciò che non riusciamo a vedere o sentire?

Probabilmente ci rendiamo già conto che la realtà è molto di più di quella percepita con i nostri sensi. Comprendiamo che i nostri schemi mentali oltre ad essere limitati sono anche limitanti perché limitano l’ingresso di nuove informazioni valutate come “non coerenti” con le informazioni già esistenti e quindi, in concreto, spesso ostacolano il cambiamento. I sensi confermano la realtà conosciuta ma non possono crearne una nuova.

Affidarsi completamente alla percezione e valutazione sensoriale può rivelarsi una scelta inefficace se il nostro obiettivo è il cambiamento e il raggiungimento di nuovi obiettivi. Newton ci ha lasciato in eredità la fisica della prevedibilità nella quale prevale l’aspetto esperienziale e sensoriale.

Tuttavia il mondo evolve e oggi ignorare gli aspetti “invisibili” della nostra realtà può essere una delle cause determinanti del mancato raggiungimento dei nostri obiettivi.

I nostri obiettivi si trovano in quella parte di realtà che per noi è ancora “potenziale”. Per realizzarli è necessario utilizzare risorse che non crediamo di possedere. Sono “invisibili” e quindi per certi versi, inesistenti…. Ma che cosa i nostri sensi ci permettono di vedere? Il nostro passato. Il passato contiene la totalità delle informazioni codificate nella nostra rete neurale. E’ il modello di realtà che determina l’immagine del nostro sé.

Il passato risulta essere fondamentale nel determinare il nostro futuro perché è proprio dalle informazioni preesistenti che scaturiscono idee e valutazioni sui comportamenti futuri. Non possiamo agire in maniera incoerente rispetto all’immagine che abbiamo di noi stessi.

Impossibile processare delle informazioni non esistenti. Sarebbe come chiedere a “Word” di realizzare la stessa grafica di “Photoshop”. Applicare le leggi della prevedibilità e della fisica classica al comportamento umano è una grossa limitazione. Pensare di utilizzare tutta la potenza di un motore turbo al di sotto dei tremila giri è una limitazione.

L’essere umano è potenzialmente più grande del proprio modello e di tutto ciò che crede possibile. E’ più grande del suo passato.
Per ampliare la porzione di realtà che si crede possibile è necessario concentrare la propria attenzione, dare significato e rendere tangibile l’invisibile. Che cosa è quindi invisibile? Il pensiero è invisibile, la nostra immaginazione è intangibile.

Cosa ci è stato sempre detto quando siamo stati “scoperti” mentre immaginavamo la realizzazione di una esperienza possibile? “Stai con i piedi per terra e sii realista!”. Questo significa che tutto ciò che si immagina non è reale !?
Le nostre credenze sono invisibili, il nostro atteggiamento mentale, i nostri stati d’animo….

Chiediamoci se per Valentino Rossi, campione di motociclismo, è stato sufficiente avere un passato da campione ed una moto da campione per superare la forza dell’atteggiamento vincente di Stoner, suo diretto antagonista nell’ultimo campionato vinto da quest’ultimo (2008).
O se Barack Obama si è lasciato condizionare dal passato nel suo impegno a divenire il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America.

Nel 2007 Louis Hamilton, pilota ventiduenne di “formula 1”, ha sfiorato la vittoria mondiale già al suo esordio. Nel 2008 ha vinto il mondiale. Ci è riuscito basandosi sul suo passato visto che era solo un esordiente o perché il suo atteggiamento e le sue credenze “sono andate oltre” ogni forma di prevedibilità?
Cosa ha pensato Louis Hamilton l’anno dell’esordio e con che stato d’animo entrava in gara? Come si può ignorare che c’è una porzione di realtà oltre il tangibile, spesso anche più determinante? Era forse prevedibile che un uomo di colore divenisse presidente degli Stati Uniti? E’ successo un miracolo? Quando accade qualcosa di inspiegabile si parla di miracolo. Inspiegabile o invisibile?

Qualcuno potrebbe pensare che sia la preparazione tecnica delle auto di formula 1 a fare la differenza, oltre alle capacità del pilota, e non gli si potrebbe certo dar torto.
Ci si dovrebbe chiedere, allo stesso modo, quale sia la qualità dei pensieri, credenze, atteggiamenti, aspirazioni, idee, aspettative che vengono messe in campo da ogni componente del team. Che cosa immaginano i costruttori quando si adoperano nel realizzare il mezzo che dovrà competere in un campionato del mondo?

Si è consapevoli dei risultati e dei comportamenti perché questi sono resi evidenti dalle nostre percezioni, ma ogni risultato o comportamento è frutto di idee, convinzioni, aspettative. Il trionfo dell’invisibile."

( Dario Perlangeli, http://www.loadtrainers.it/ )

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