Quando parlo di coaching con persone non esperte noto ancora una certa confusione con altri approcci (psicoterapia, counselling, ecc.).
Stamattina mi è capitato di rileggere un vecchio post di Gennaro Romagnoli, http://pnl-ipnosi.blogspot.com/ , che chiarisce questo argomento:
"... La psicoanalisi è fondata sulla interpretazione...cioè
la persona...parla...parla e parla...e il terapeuta
ascolta e ascolta...sino a quando non si accende una
lampadina (insight) che fa "comprendere il significato
al terapeuta" che...lo restituisce al paziente.
Insomma TUTTO è basato sul contenuto...(più o meno)
di quello che sta dicendo il paziente....e sulle "intuizioni"
dell'analista.
Nel coaching, il cliente parla...parla...e risponde a domande
precise che portano i suoi "processi di pensiero" nella
direzione ottimale...
Qui c'è meno attenzione sul contenuto, e più "perizia"
nel PROCESSO (più rivolto al "come" che al "perchè")...
quindi "attivazione di processi già esistenti all'interno
della persona".
Il continuum che ti propongo è più o meno questo
Interpretazione (contenuto) Vs. processo
Ma quale sarà la forma "corretta d'intervento"? una è più giusta dell'altra? e perchè il coach,dovrebbe essere "più bravo del terapeuta?" ... mentre il terapeuta classico (che ti ripeto NON esiste quasi più) è centrato sul "capire la persona"...
il coach è centrato sul "scoprire" potenzialità e risorse (quindi i processi) ...
spesso si sente dire: "il coaching NON è terapia" e viceversa la "terapia non è coaching"...invece io sono convinto che una "terapia moderna" sia un pò di entrambi ...
il coach NON può fare a meno di ascoltare i contenuti di chi gli parla (e anche qui ci saranno forme di transfert che tu sia il coach più preparato del mondo o meno)...e il terapeuta NON può fare a meno di notare porzioni di processo (come ad esempio il comportamento non verbale...ecc.) ..."
( Gennaro Romagnoli, http://pnl-ipnosi.blogspot.com/ )
Se vuoi leggere l'intero articolo, clicca su questo link:
Ecco perchè un "coach" deve essere più bravo di un terapeuta
Stamattina mi è capitato di rileggere un vecchio post di Gennaro Romagnoli, http://pnl-ipnosi.blogspot.com/ , che chiarisce questo argomento:
"... La psicoanalisi è fondata sulla interpretazione...cioè
la persona...parla...parla e parla...e il terapeuta
ascolta e ascolta...sino a quando non si accende una
lampadina (insight) che fa "comprendere il significato
al terapeuta" che...lo restituisce al paziente.
Insomma TUTTO è basato sul contenuto...(più o meno)
di quello che sta dicendo il paziente....e sulle "intuizioni"
dell'analista.
Nel coaching, il cliente parla...parla...e risponde a domande
precise che portano i suoi "processi di pensiero" nella
direzione ottimale...
Qui c'è meno attenzione sul contenuto, e più "perizia"
nel PROCESSO (più rivolto al "come" che al "perchè")...
quindi "attivazione di processi già esistenti all'interno
della persona".
Il continuum che ti propongo è più o meno questo
Interpretazione (contenuto) Vs. processo
Ma quale sarà la forma "corretta d'intervento"? una è più giusta dell'altra? e perchè il coach,dovrebbe essere "più bravo del terapeuta?" ... mentre il terapeuta classico (che ti ripeto NON esiste quasi più) è centrato sul "capire la persona"...
il coach è centrato sul "scoprire" potenzialità e risorse (quindi i processi) ...
spesso si sente dire: "il coaching NON è terapia" e viceversa la "terapia non è coaching"...invece io sono convinto che una "terapia moderna" sia un pò di entrambi ...
il coach NON può fare a meno di ascoltare i contenuti di chi gli parla (e anche qui ci saranno forme di transfert che tu sia il coach più preparato del mondo o meno)...e il terapeuta NON può fare a meno di notare porzioni di processo (come ad esempio il comportamento non verbale...ecc.) ..."
( Gennaro Romagnoli, http://pnl-ipnosi.blogspot.com/ )
Se vuoi leggere l'intero articolo, clicca su questo link:
Ecco perchè un "coach" deve essere più bravo di un terapeuta
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