mercoledì 7 ottobre 2015

LA CROCE DENTRO di Donato DI CAPUA

"LA CROCE DENTRO" di Donato DI CAPUA (Kimerik Edizioni www.kimerik.it) dà una lezione di amore, di speranza, di fratellanza. La croce dentro è una fotografia dei nostri tempi, l'immagine di una vita in bianco e nero che lentamente si colora prendendo vita, tingendosi di quei toni che solo un amore, il vero amore, quello con la "A" maiuscola, è in grado di produrre.
L'esistenza del protagonista potrebbe essere quella di ognuno di noi. Perché non è necessario essere grandi uomini d'affari per perdere di vista l'importanza delle piccole cose.
La società ci costringe quasi a piegarci di fronte alla materialità, a invocare il dio denaro che pare il solo a essere capace di renderci onnipotenti. Ciascuno di noi potrebbe ritrovarsi pieno fuori e vuoto dentro, una mancata corrispondenza che porta via con sé la felicità.
E allora bisogna redimersi, bisogna tornare indietro e percorrere la via vera perché quella Via è la Verità, quella Via è la Vita.

VIDEO: Monica Palese recita LA CROCE DENTRO di Donato Di Capua

Donato Di Capua nel 2013 pubblica il suo romanzo d'esordio Il buio della mente, la luce nell'anima (Kimerik). Il 14 settembre a Fiuggi gli viene assegnato il XXIII Premio nazionale "Fratellanza nel mondo". Nello stesso anno vince la classifica della Casa Editrice Kimerik di libro più venduto nel 2013.
Il 23 aprile 2014 viene premiato a Rende nel Concorso letterario "Un libro amico per l'inverno", patrocinato dall'Unesco, dall'Accademia delle Belle Arti e dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura.
Donato Di Capua ha pubblicato anche Giocando con le spade di legno.

"In questo nuovo libro Donato Di Capua diventa un narratore ormai consapevole e maturo. Conosco l'autore e l'uomo e so già che questa che per alcuni potrebbe essere un traguardo per lui altro non è che una tappa di un nuovo cammino."
Dott. Gianfranco Natale, Direttore Editoriale della Casa Editrice Kimerik

Dal libro... capitolo 11 - SEMPLICITA'

"La calma piatta del mare non dava quasi l'impressione di trovarsi su una vasta distesa d'acqua. Ma avvertivo l'assenza della terra sotto di me e mi sentivo come in una piacevole bolla ovattata dove i pensieri e le sensazioni si miscelano senza avere un approdo, una destinazione precisa.
Galleggiavo sul mondo e miravo i primi raggi dell'alba invadere la città, riflettersi nel mare e tingere d'oro e d'azzurro le case accanto al porto, e poi quelle dietro, e quelle dietro ancora.
Rimasi per un po' a mirare quello spettacolo di riflessi, di luci calde e così suadenti tali da confondere il mare col cielo. Quegli spettacoli mi rinchiudevano in una strana malinconia che mi toglieva ogni certezza.
Davanti a tanta bellezza non capivo più cos'era veramente importante e se me lo chiedevo avevo paura, perchè temevo la risposta che mi sarei dato. Non potevo non sentire la natura sotto e sopra di me. Mare e cielo. E io.

Quale magia mi rendeva così completo in quel momento? Sentivo l'odore di quella pace, quei luoghi erano privi di qualunque frenesia, non esisteva il mondo, nel mio orizzonte c'era solo il mare e quel tramonto dimostrava in maniera lampante la presenza di Dio.
Quando il riflesso di Dio diviene lo sguardo di un uomo allora si compie il miracolo della vita. La semplicità si imperla di se stessa, veste il mondo con il suo esclusivo manto di purezza, racconta storie di luce e silenzi.
Un uomo chiamato Francesco arrivò quasi per caso nella mia vita. La scrollò dalle banalità, ne annullò i fronzoli, valorizzò gli attimi e fece in modo che ognuno di noi ricercasse la sua somma origine.
Ritrovai in lui la forza di essere me stesso, gli dedicai quanto il mio spirito era in grado di creare. Tu, Francesco, mi insegni la semplicità. Allora mi fido del fato, mi fido delle mie sensazioni, mi fido di te.
E finchè in te rivedrò l'immagine di ciò che è per me la fede sarai tu la colonna portante della mia esistenza, oltre i limiti del tempo, fino all'infinito...

FRANCESCO...

Luminosi i risvolti del suo spirito, intarsiate di saggezza le pieghe della sua anima. Era semplicità il calore dei suoi occhi. Voglia di vita, le sue parole e i suoi silenzi.
Lo sentii subito amico, quasi per caso mi legai a lui, io, figlio folle della vita. Lo sentii come me, uomo. Avvertii in lui essenzialità, sorrisi veri, profonda sincerità, dolcezza estrema.
Presi lui come esempio per la mia esistenza, ne feci la mia guida. Scelsi Francesco, colui che con un gesto, con uno sguardo, sapeva parlarmi dell'eterno.
Dedico questo libro a Papa Francesco e a chiunque ritrovi nella semplicità, nelle cose invisibili, la rarità, la purezza, il bello assoluto dell'eterna ricchezza: Dio."
Donato Di Capua




Un caro saluto. Raffaele Ciruolo


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