domenica 10 novembre 2013

RIDENDO SI IMPARA di Michele GALGANI Un metodo semplice ed efficace per migliorare la qualità della propria vita

"RIDENDO SI IMPARA Un metodo semplice ed efficace per migliorare la qualità della propria vita" di Michele GALGANI (L'Età dell'Acquario Edizioni) raccoglie preziosi suggerimenti e pratici esercizi che riguardano il linguaggio verbale e quello del corpo.
L'autore ha una certezza basata sulla sua lunga esperienza di terapeuta del riso: smettere di ridere è un po'come rinunciare a vivere.
Ridere fa bene e, soprattutto, non ridere per troppo tempo fa male. Il riso è uno dei modi più semplici e naturali per conoscere il mondo che ci sta intorno e per goderne.

Inoltre è un potente analgesico contro i dolori fisici e psichici. Dobbiamo cercare la risata, amare ciò che siamo e quel che facciamo, instaurando una relazione sensata con ogni aspetto della nostra vita, buona o cattiva che sia.
Attraverso un profondo lavoro su di noi e sul modo in cui ci poniamo nei confronti degli altri possiamo imparare a ridere e far ridere.
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Michele Galgani (www.associazionefaber.it), psicologo e psicoterapeuta della Gestalt, si occupa di cure palliative presso l'Hospice Aurelio Marena di Bitonto, in provincia di Bari.
E' presidente dell'Associazione Faber, che organizza corsi e seminari su tematiche quali la relazione d'aiuto, la gestione dei gruppi, l'accompagnamento di chi affronta l'ultima fase della propria vita e il ridere.
Michele Galgani ha pubblicato anche il libro "STO CON TE Accompagnare se stessi e gli altri verso la fine della vita".

"Ridendo si impara" è scritto da uno psicologo, psicoterapeuta e… "psicòmico": così si definisce simpaticamente l'autore.
Uno dei suoi "obiettivi in terapia" è aiutare il paziente a liberarsi dai freni inibitori e a ridere per migliorare la qualità della vita. Una delle metafore che meglio rappresenta per l'autore l’effetto di un sorriso è quello di una finestra che si apre in una stanza.
A seconda di quanta luce c’era in quella stanza, l’apertura della finestra avrà un effetto più o meno significativo. Se la stanza era particolarmente buia, priva di luce, fredda, e se questa condizione durava da parecchio tempo, non è difficile immaginare che l’apertura, anche momentanea, di quella finestra, possa avere un senso molto significativo.
Essa lascerebbe entrare un po’ di luce, di calore, di suoni e di profumi laddove tutto questo scarseggia.

La risata, nelle sue varie forme, è un po' questo: una finestra, una possibilità che il cuore ha di affrontare le cose della vita.
A volte non la vediamo questa possibilità, non immaginiamo nemmeno di averla. Vuoi perché davvero non sappiamo che esiste, vuoi perché ne neghiamo stoicamente l’esistenza.
Questo libro è stato scritto sia per passione che per fede. La passione è la gioia di comunicare attraverso il sorriso e insegnare agli altri gli effetti positivi che ne possono derivare.
La fede esiste nel valore della risata come qualcosa che fa conoscere il mondo in modo nuovo e diverso, anche per il solo fatto che lo rende più piacevole e meno pericoloso.
Michele Galgani ha fede nel fatto che fare umorismo e ridere rendono l’uomo migliore di quello che sembra, lo avvicinano a quello che è veramente.

QUALITA' DELLA VITA
"Quando parlo di qualità della vita penso a tutte quelle cose, dalle più piccole alle più grandi, che possono migliorare il sapore del vivere quotidiano.
L'obiettivo non è quello del benessere, condizione di etereo piacere impossibile da raggiungere quanto fuorviante come obiettivo, ma quello di dare nutrimento all'anima, dandole ciò di cui ha bisogno, ciò che chiede, ciò che le piace, ciò che la fa sentire viva, feconda.
Come diceva Cecily Sanders, si tratta di "aggiungere vita ai giorni e non giorni alla vita": questo è l'orizzonte da raggiungere provandoci con ogni mezzo, pur nei limiti delle proprie possibilità.

L’umorismo ha in sostanza la capacità di accompagnarci lungo il percorso della riscoperta delle incongruenze del mondo.
Cosa fa un comico? Ci parla del mondo che ci circonda, di situazioni quotidiane più o meno drammatiche, ne svela tutte le contraddizioni rendendole quindi meno pericolose di quello che sembrano o di quello che appaiono se raccontate da qualcun altro.
Ecco perché il comico è un rivoluzionario: è la forza che contrasta la naturale e necessaria tendenza dell’essere umano a crearsi un modo di vedere la realtà uniforme e statico, senza però distruggerla." Michele Galgani

"Ridendo si impara" è così articolato:
1. Ridere: una finestra sul mondo
2. La battuta: frutto prelibato di un terreno fertile
3. La relazione: luogo per ridere e far ridere
4. Gli effetti della risata
5. Il Metodo Antàni: alla ricerca dell’intenzione
6. Il Metodo Antàni: esercitazioni
7. I luoghi della risata
8. Il progetto "In Riso Veritas"

IL METODO ANTANI

Il Metodo Antàni è accessibile a chiunque voglia provare a divertirsi un po'
. Il nome del metodo, che si ispira a una raffinata citazione, sta al libro come l’oliva sta al Martini: lo rende concluso eticamente ed esteticamente e porta a compimento il senso di soddisfazione che si ha nel leggerlo.
Il Metodo Antàni diventa una raccolta autoironica di esperienze e di suggerimenti molto semplici, forse alcuni al limite del ridicolo, che non costituiscono né una cura né un rimedio, sebbene ne abbiano l’apparenza.
È un metodo molto personale, che potrebbe cambiare nel corso del tempo, e che ognuno potrà, anzi dovrà, personalizzare a piacere.

La sua finalità ultima è infatti quella di aiutare ciascuno a crearsi il proprio Metodo Antàni che consiste in quelle piccole soluzioni, gesti, parole, che ci fanno stare meglio, ci aiutano a riavvicinarci al sorriso, a tenere vive e vivaci le relazioni che ci interessano.
Si potrà dire che questo metodo raggiunge pienamente il proprio obiettivo quando chi lo prova se ne sarà creato uno proprio e non quando chi lo prova si limiterà a seguirne le indicazioni.

IL METODO ANTANI: ESERCITAZIONI
Le pratiche che ci propone l'autore sono abbastanza variegate: si va dalle più banali alle più profonde, dalle più piccole e immediate alle più grandi e durature nel tempo.
Per tornare o iniziare a ridere ci vuole amore per se stessi, pazienza nell'esercizio, e fiducia nel fatto che allenandovi di giorno in giorno, di settimana in settimana, su più fronti, qualcosa cambierà.
Prendersi cura di sé significa anche questo: ascoltare, conoscere, coccolare, proteggere, stimolare, animare, la parte di noi che meno amiamo, quella più fastidiosa e difficile da portare in giro, da fare vedere.
Gli esercizi proposti hanno lo scopo di stabilire una relazione più fluida fra le parti che ci animano, introducendo un po' di gioco e di attenzione a noi stessi.
Come per magia, se riuscirete a dedicarvi a voi, a metà del processo inizierete a ridere e far ridere anche gli altri con una certa facilità, il che vi traghetterà definitivamente, o quasi, verso una consapevolezza diversa di voi stessi e delle vostre capacità comiche.
Ecco alcune esercitazioni pratiche:

c) Fare le smorfie e) Dire cose senza senso f) Fare sorprese g) Stare con i bambini
h) Nutrirsi di prodotti comici (film, musica, libri, spettacoli teatrali)
i) Giocare con le parole r) Fare battute s) Scegli qualcuno con cui ridere
t) Scegli qualcuno che ti imita e da imitare u) Ringrazia i tuoi difetti
v) Saluta sempre x) Fare metafore z) Scegli qualcuno da far ridere

"Il Metodo Antàni vi aiuterà a ridere se accettate che ridere è la punta di un iceberg, il frutto di un percorso di crescita di un albero, e attraverso questo metodo si curano i vari momenti di sviluppo: non è una bacchetta magica che fa comparire miracolosamente un frutto dove prima non c'era.
È il concime e la luce che tiene in vita la pianta affinché essa possa partorire i propri frutti. L'ironia, l’umorismo, sono veicoli per i quali occorre molto allenamento prima di saperli guidare con una certa disinvoltura, ma che possono portare molto lontano.
Uno di questi luoghi è un certo amore verso se stessi: amore che ha a che fare con il rispetto, con l’integrazione fra tutte le nostre parti, caratteriali e fisiche, amore che ha a che fare con l’espressione di quel che siamo attraverso molte strade, una delle quali parte proprio dal ridere con noi e non di noi.

Il ridere è un analgesico molto potente, è qualcosa che distoglie l’attenzione dalla parte che fa male, ci permette di circondarla di calore, di liberarla dalle negatività, di sprigionare energie positive, creative, risorse psichiche che ci aiuteranno sicuramente ad affrontare le problematiche della vita, i dolori, in modo più leggero e quindi più salutare.
La risata è qualcosa di estremamente prezioso, da conservare e custodire come perla fra le perle della propria vita.
Rinunciare a essa, a coltivarla e cercarla, è come rinunciare a una dimensione importante della propria unicità personale." Michele Galgani


Un caro saluto.
Personal COACH, PNL practitioner e grande appassionato di sviluppo personale a 360 gradi

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