mercoledì 27 marzo 2013

SE STEVE JOBS FOSSE NATO A NAPOLI di Antonio MENNA

"SE STEVE JOBS FOSSE NATO A NAPOLI" di Antonio MENNA (Sperling e Kupfer Edizioni) è un racconto, tanto amaro quanto esilarante, che è nato come post sul blog dell'autore e in poche ore ha fatto il giro del mondo (un vero fenomeno della rete: il post è stato letto da oltre cinquecentomila persone) prima di diventare un libro.

Antonio Menna spiega in modo divertito e insieme spietato la condizione di un Paese che sguazza nei suoi mali e incoraggia le buone idee ad andarsene.
E ci svela perché da noi la Apple non sarebbe mai nata. E forse Steve Jobs sarebbe finito a vendere le pezze al mercato.
Prefazione di Pino Aprile, autore dei bestseller "Terroni" e "Giù al Sud".



Antonio Menna è uno scrittore e giornalista che ha collaborato con molte importanti testate giornalistiche, tra cui Il Mattino, Liberazione e Il Manifesto.
Ha pubblicato numerosi libri, tra cui:

"Ti lascio perchè non mi ami più"
"Cocaina e cioccolato"
"Baciami molto"
"Se Steve Jobs fosse nato a Napoli"

Giovedì 4 Aprile 2013 dalle ore 18.00 ci sarà la presentazione a Napoli (Libreria Feltrinelli, via S. Caterina a Chiaia 23, ang. piazza dei Martiri) del nuovo libro di Antonio Menna:
"Tre terroni a zonzo. Lasciare Napoli o restare?" (Sperling e Kupfer)
Con l'autore intervengono Maurizio de Giovanni e Geppina Landolfo. Conduce Anna Trieste. Letture a cura dell’associazione teatrale En Art.

Questo romanzo racconta, con graffiante ironia, tre storie diverse, ma ugualmente grottesche e paradossali. Prepariamo giovani pieni di talento e li costringiamo ad andarsene.
Tuttavia forse una speranza esiste, e sta nell'ostinazione un po' incosciente di chi crede che realizzarsi a Napoli (e anche nel resto d'Italia) non sia solo un'utopia.
Leggi la recensione di Pino Bruno:

Tre terroni a zonzo. Lasciare Napoli o restare?

Il libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli" mette a confronto le vicende di due giovani napoletani con la passione dell'informatica e la storia del co-fondatore di Apple.
Un amaro racconto di come nel nostro Paese spiccare il volo sia molto più difficile, quanti ostacoli bisogna superare e quante ingiustizie si dovranno subire se si vuole avere successo nella vita.

E' un romanzo, di piacevole lettura, che delinea perfettamente la situazione attuale dell'Italia, degli imprenditori italiani e in particolare di due ragazzi (Stefano Lavori e Stefano Vozzini) che decidono di creare un'azienda produttrice di computer nei Quartieri Spagnoli di Napoli.

Ma a Napoli, come sappiamo, c'è un'altra realtà che penalizza molto i sogni e le aspirazioni di qualsiasi iniziativa imprenditoriale si voglia intraprendere.
Purtroppo a Napoli il "genio" non basta per cambiare un destino: i bandi li vincono gli amici di amici, la burocrazia "chiude un occhio" su chi è ben ammanigliato, ma li tiene spalancati sui poveracci.
Quando poi ci si mette di mezzo la camorra, il sogno dei due ragazzi va letteralmente in fumo.

"Se Steve Jobs fosse nato a Napoli" è un romanzo di dieci capitoli, impostato con toni comici, ma con una morale molto seria.
Un libro che ogni italiano dovrebbe leggere, che sia del nord o sud non ha importanza: ma è fondamentale poter suscitare una presa di coscienza profonda a chi di dovere e applicare le giuste e concrete soluzioni per migliorare le condizioni generali del nostro Paese e quindi di riflesso la vita di ogni singolo cittadino che ne fa parte.

Se Steve Jobs fosse nato a Napoli avrebbe avuto una vita molto complicata. Avrebbe dovuto percorrere una "Via Crucis" che noi tutti conosciamo, in questa città caratterizzata dalle difficoltà per accedere al credito, dalla corruzione dei pubblici uffici e dalla camorra.
Puoi essere "AFFAMATO E FOLLE" (come disse Steve Jobs), ma se nasci a Napoli rischi di rimanere letteralmente così:
"No problem, Steve. Qui usciamo pazzi dalla fame."

Antonio Menna racconta la storia di questi due ragazzi con garbata ironia, riuscendo a conferire leggerezza: fa sorridere anche se il tema è drammaticamente attuale e scottante, in qualche modo sdrammatizza, ma allo stesso tempo denuncia.
Le furberie di alcuni commercialisti, la burocrazia, le banche, la camorra sono la morte del nostro Paese.

Ma sotto tutto questo cumulo di "Immondizia" (non solo a Napoli) il cuore di Napoli PULSA FORTE, i quartieri non sono solo "pizzo", ci sono giovani che cercano di emergere e si ribellano.
L'autore ha confezionato un "piccolo gioiello", da offrire a chi di dovere: un vero messaggio di denuncia dei problemi, ma anche di speranza e invito alla riscossa.
Cosa fa l'università italiana per motivare gli studenti e quali prospettive si aprono per i laureati?

Napoli è una delle città più belle e conosciute al mondo, con un patrimonio storico e culturale invidiabile.
La chiave di tutto, per iniziare a fare un po' di pulizia, è prendersi le proprie responsabilità, fare un attento esame di coscienza individuale, partendo da chi di dovere, cercando di eliminare, anche se a piccolissimi passi, la grande piaga del nostro splendido Paese: "la corruzione" in generale.

La lettura di questo libro senza dubbio ci farà sorridere, ma, cosa più importante, ci farà riflettere. Non a caso Papa Francesco ha appena pubblicato due libri:
"Guarire dalla Corruzione" e "Umiltà, la strada verso DIO".
Iniziamo a comprendere meglio i mali che affliggono l'Italia e poniamoci l'obiettivo di migliorare noi stessi, prima di tutto, iniziando dall'amore verso noi stessi e verso gli altri.
La causa principale di tutti i mali è proprio la mancanza d'amore.


Un caro saluto.
Personal COACH, PNL practitioner e grande appassionato di sviluppo personale a 360 gradi

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