mercoledì 6 marzo 2019

NAPOLI di Paolo MACRY Nostalgia di domani

"NAPOLI Nostalgia di domani" di Paolo MACRY (Società Editrice IL MULINO www.mulino.it) spiega che Napoli è una sorpresa che deve essere cercata senza pigrizie nella carne viva del suo corpo affollato accettando le tensioni di un viaggio in territori ignoti.
È un catalogo di possibilità che la storia ha reso talvolta drammatico. Uno specchio di intelligenze, passioni, ferite, in cui a ciascuno è dato ritrovare qualcosa di se stesso. Napoli è uno di quei luoghi che ciascuno crede di conoscere anche se non li ha mai visti. Un immaginario spesso ideologico fatto di stereotipi, di racconti ossificati, di un'infinita aneddotica. La città si giudica continuamente e viene continuamente giudicata.

Sconta il pessimismo indulgente che spesso gli stessi "nativi" si cuciono addosso e sconta la lontananza culturale arcigna o paternalistica di chi la osserva dall'esterno. Di Napoli Macry tocca le nervature profonde, ripercorre i segni di un tessuto urbano bimillenario, i comportamenti di lungo periodo del popolo.
Insegue le fratture drammatiche della sua storia, le esperienze politiche che l'hanno segnata, fino alle vicende di tre sindaci-sovrani, Lauro, Bassolino e De Magistris. Ci trasmette la suggestione di una città difficile e mai rassegnata. Napoli per chi voglia conoscerla, capirla, ritrovarla, continua a essere un mondo. Un mondo da pensare. O forse un modo di pensare.



Paolo Macry è storico dell'età contemporanea e commentatore politico. Tra i suoi libri per il Mulino ricordo "Ottocento" (2002), "Gli ultimi giorni. Stati che crollano nell'Europa del Novecento" (2009) e "Unità a Mezzogiorno" (2012).

Paolo Macry ha scritto questo libro per portare a conoscenza delle "nervature profonde" ripercorrendo i comportamenti della popolazione che possiedono un certo humour poiché il popolo ha la capacità di guardare alla cose della vita con filosofia e sopportazione oltre a un'intelligenza viva e irrequieta.
Lo sguardo di Macry è di uno storico che non esita a dichiarare il suo amore per la città alla quale approdò da giovane ricercatore per poi subirne (come tanti) il fascino: nella parte iniziale e in quella conclusiva l'autobiografia si innesta sulla narrazione storica esemplificandola e arricchendola con notazioni personali.
Napoli (volendo parafrasare Benedict Anderson) è una città immaginata. E' il prodotto di un immaginario che non di rado la costringe in panni troppo stretti. Questa è anche una modesta prova autobiografica di Paolo Macry:

"la Napoli delle pagine seguenti è la mia, quella che vedo io. Quella dove torno idealmente con questo libro piccolo ma molto sentito dopo averla frequentata a lungo come spazio di esistenza e come oggetto di studio."
E' un libro autobiografico anche in un altro senso poiché esprime una nostalgia che non nasce dal sentimento delle occasioni perdute (che non è malinconia) ma dalla voglia di vivere quel che promette la città, di vedere quel che riuscirà a inventarsi per rispondere al flusso del tempo, al ciclo delle generazioni.
Non tutti conoscono la vera Napoli: Napoli è una città di cultura che diventò il crocevia (già nel passato con gli Aragonesi) di élite raffinate come non se ne trovano altrove nella penisola. Nella Napoli italiana (prendendo a prestito la metafora usata nel 1879 dal giornalista Rocco De Zerbi) coesistevano 2 città strette l'una all'altra come ostrica allo scoglio.

Una piccola città di élite, la perla dell'ostrica, e la città sconfinata del popolo miserabile, lo scoglio. E poi bisogna distinguere tra Napoli e i napoletani: "chi crede di conoscere questi solo perché ha veduto quella è come colui che butti via il fico d'India solo perché ne ha veduta la scorza massiccia e spinosa. Raccontare Napoli non è semplice. Ogni chiave di lettura rischia di essere strozzata dall'ombra di un presunto "Sonderweg" (letteralmente "via speciale").
Indica l'idea che Napoli abbia seguito una strada particolare per sviluppare la propria economia e modernizzare il proprio sistema politico: in sostanza che Napoli costituisca un'eccezione nel quadro delle regioni italiane e non solo." Paolo Macry

L'autore ha il merito di aver ricondotto l'oleografia e il colore dei partenopei ad una radice socialmente identificabile e storicamente interpretata restituendoli alla storia e cogliendo quel delicato equilibrio tra persistenza e trasformazioni, continuità e innovazione, tradizione e modernità, su cui la città tuttora si regge.
"Nelle pagine di questo libro, portato per mano dalla storia ma anche dai miei ricordi e dalle mie esperienze, ho fatto cenno a problemi smisurati e ferite dolorose, a vizi collettivi e ricorrenti, una legalità debole, l'abuso del territorio, povertà diffusa e ricchezza criminale, classi dirigenti non sempre all'altezza, istituzioni sfuggenti. E tuttavia non posso dimenticare che Napoli è una città generosa. La sua generosità accogliente sembra nascere da un miscuglio di realismo, relativismo, antiretorica.

Una sapienza mai presuntuosa, mai ostentata, talvolta perfino inconsapevole… Napoli è unica, grande e immensa, è una sorpresa che deve essere cercata, Napoli ha un cuore grande e per comprenderla non bisogna giudicarla ma semplicemente amarla!" Paolo Macry
"Gloria d'Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza, benigna nella pace e dura in guerra." Miguel De Cervantes
"Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana." Elsa Morante



Un caro saluto. Raffaele Ciruolo


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1 commento:

  1. Napoli è l’unica città che lascia il segno. È impossibile dimenticarla, questo è quello che posso affermare io e concordo in pieno ciò che afferma Paolo Macrì.

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