mercoledì 23 ottobre 2019

NON CHIAMATECI MATTI! di Davide COITA Le due facce della medaglia nel disagio psichico

NON CHIAMATECI MATTI! Le due facce della medaglia nel disagio psichico di Davide COITA (Casa Editrice Kimerik www.kimerik.it) racconta l'esperienza dell'autore nel suo disturbo bipolare.
Vent'anni, una vita davanti. All'improvviso il buio: qualcosa s'impossessa di Davide. L'oscuro male prende il nome di "disturbo bipolare".
Ma Davide è un ragazzo forte, curioso, determinato, inarrestabile e riuscirà a guardare in faccia il "male" con sguardo lucido e critico.
Questa utile lettura ci permetterà di notare (sempre e comunque) l'altra faccia della medaglia.

"A Davide va riconosciuto il merito di aver affrontato un'altra lotta, oltre a quella impostagli dalla sua patologia, quella cioè di parlarne agli altri: Davide racconta che i momenti e le crisi che sembrano non voler consentire un domani possono invece essere sconfitti dalla forza della vita, dalla resistenza...
Questo volume è un romanzo di formazione proprio perché nelle parti più specificatamente autobiografiche si coglie il processo di maturazione interiore che viene accelerato e amplificato dalla patologia...
Davide ci mostra il coraggio di affrontare i propri limiti senza lamentazioni e mugugni ma con lo spirito di chi riconosce nella solidarietà tra uomini il modo migliore per affrontare il "male di vivere"." Dalla prefazione di Beppe Pezzoni (Assessore alla Cultura del Comune di Treviglio)



Giornalista e studente di Giurisprudenza, Davide Coita ha maturato la passione per la cosa pubblica già tra i banchi di scuola.
A soli 21 anni una diagnosi mutata in "disturbo bipolare" cambierà radicalmente la sua vita.
In questo libro Coita racconta da un lato la sua esperienza clinica, dall'altro le emergenze socio-culturali che afferiscono all'area psichiatrica e allo stigma sociale che ancora gravita attorno alla psichiatria.
Nei momenti di sofferenza psichica o fisica si scoprono relazioni umane che si davano per scontate ma che non lo erano affatto.

"L'idea di scrivere questo libro nasce dalla volontà di diffondere la consapevolezza delle peculiarità del disagio psichico, troppo spesso sottovalutato.
Da qui un'analisi comparata dell'assistenza sanitaria psichiatrica (ancora carente nel nostro Paese) e un approfondimento sulle cause che frequentemente generano un disturbo dell'umore." Davide Coita

Questo saggio è anche un riconoscimento ai tanti medici che lavorano con passione e dedizione e sono vicini sia umanamente che professionalmente ai pazienti che soffrono di tali patologie. Queste pagine evidenziano anche l'importanza di una famiglia unita e integra per affrontare i problemi.
Oggi c'è una sfrenata libertà relazionale e di conseguenza la disintegrazione dell'unità familiare. Così nasce la solitudine, che è il vero male moderno da arginare con un forte intervento statale.
Il disturbo bipolare condiziona il tono dell'umore: consiste in alterazioni timiche più o meno frequenti. I disturbi dello "spettro bipolare" (un tempo indicati col termine generico di "psicosi maniaco-depressiva") sono caratterizzati dalla presenza di episodi ipomaniacali, episodi maniacali ("fase up"), episodi misti accompagnati solitamente da episodi depressivi maggiori ("fase down").

La depressione del tono dell'umore provoca tristezza, pianto, perdita di fiducia in se stessi e negli altri. Nelle fasi altalenanti subentra la mancanza del piacere e del desiderio di fare qualsiasi cosa. Le oscillazioni dell'umore talvolta sono correlate alla variazione delle stagioni.
Secondo la letteratura scientifica le azioni che si compiono potrebbero essere involontarie, dovute alla patologia e quindi incompatibili con il proprio carattere.
Davide Coita nel riconoscersi tale disturbo trovava una "consolazione illusoria" nel fatto che dopotutto anche Churchill, Cossiga e Alda Merini erano bipolari. Quindi pensava: "Se ce l'hanno fatta loro, posso farcela anch'io."

L'alternanza tra episodio depressivo maggiore ed episodio maniacale oppure ipermaniacale è variabile. La prima regola per riuscire a guarire è avere l'umiltà di FARSI AIUTARE. E' diffuso il pregiudizio secondo cui chi soffre di un disagio mentale sia un fallito. Nulla di più sbagliato!
E' in questi momenti che capisci chi veramente conta nella tua vita: in primis la famiglia, secondariamente amici che si contano sulle dita di una mano. Solo con l'aiuto di un professionista e dei farmaci si può uscire dalla depressione.
Intercettare i "campanelli d'allarme" è fondamentale per evitare l'aggravarsi dell'episodio patologico.
Se si dorme poco, se si fatica a stare con gli altri, se ci si sente pieni di energie, se le idee scorrono velocemente (si avviano progetti che tra loro si accavallano), allora è assolutamente indispensabile contattare lo specialista di fiducia.

Solo circa il 20% del disagio psichico è costituito dalla "tradizionale" schizofrenia o psicosi. Il resto è rappresentato dai disturbi dell'umore al 31%; il 13,5% da disturbi nevrotici (Zamperini, 2018). Entrare nelle maglie della sanità psichiatrica significa spesso essere considerati come pazienti psichiatrici e non come persone.
Il 7% della popolazione soffre o ha sofferto di depressione e nel 2015 in Italia si è raggiunta quota 2,8 milioni di depressi. Questi numeri sono significativi: esprimono con chiarezza una vera e propria emergenza sociale.
La "depersonificazione" dei rapporti umani è un fenomeno tipico di quest'epoca: così manca l'empatia, il contatto fisico, la capacità di relazionarsi e parlarsi.

"Non chiamateci matti! Le due facce della medaglia nel disagio psichico" vuole essere un'opera di riferimento per tutte quelle persone che soffrono ma non ne parlano a causa del più volte richiamato stigma sociale.
La mission di questo libro è dunque combattere il pregiudizio dei più che gravita attorno all'ambito psichiatrico e soprattutto sollecitare gli organi di competenza a prendere in considerazione le istanze che vengono da chi è affetto da disturbi dell'umore." Davide Coita

La mancanza di conoscenze porta ad emarginare il paziente nel contesto sociale. Bisogna informare in modo corretto e sensibilizzare la società, per esempio portando avanti iniziative culturali di prevenzione contro i pregiudizi nel territorio e in primo luogo nelle scuole.
L'informazione e la sensibilizzazione in tal senso migliorerebbe la qualità della vita non solo del paziente sofferente ma apporterebbe benefici anche nel contesto sociale nazionale.

Alcune delle mie citazioni preferite da NON CHIAMATECI MATTI! Le due facce della medaglia nel disagio psichico di Davide COITA:

"Non è senza un prezzo salato diventare grande." Francesco Guccini
"E' facile diventare la preda di un bullo, bastano un paio di occhiali oppure l'apparecchio ai denti, qualche chilo in più o dichiararsi gay o lesbica."
Conchita Wurst

"I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo." Alda Merini
"Apprensione, incertezza, attesa, aspettative, paura delle novità, fanno a un paziente più male di ogni fatica." Florence Nightingale
"Io sono uno che sceglie la solitudine. E che come artista si fa carico di interpretare il disagio rendendolo qualcosa di utile e di bello.
E' il mio mestiere." Fabrizio De André



Un caro saluto. Raffaele Ciruolo


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