"AUTOSVILUPPO Sostenere la crescita professionale valorizzando il proprio talento e la propria energia" di Alberto Marino e Annalisa Rolandi (Edizioni Angelo GUERINI e Associati) è un manuale pratico rivolto ai professionisti di risorse umane, ai manager e a tutti coloro i quali desiderano apprendere una metodologia semplice ed efficace per accrescere il proprio bagaglio di competenze.
Basandosi sugli studi più recenti della psicologia della motivazione e ripercorrendo le fasi necessarie a sviluppare le competenze, gli autori - partners GSO - spiegano in modo chiaro e concreto come identificare le competenze da sviluppare, come concepire e articolare un piano d'AZIONE efficace e, soprattutto, come riuscire a portarlo a termine, evitando le trappole più frequenti e superando gli ostacoli che si frappongono tra la formulazione di buoni propositi e il raggiungimento dell'eccellenza.
Alberto Marino è esperto di sistemi di sviluppo e segue progetti di valutazione, formazione e coaching in ambito nazionale e internazionale. In precedenza ha ricoperto responsabilità in ambito selezione, gestione, formazione e sviluppo presso realtà nazionali ed estere di un grande gruppo industriale italiano.
Annalisa Rolandi, dal 1995 in GSO, di cui è partner, ha seguito progetti di mappatura e valutazione delle competenze per importanti gruppi italiani e multinazionali e elaborato metodologie per il Development Center, il counselling individuale e lo sviluppo delle competenze.
Ha curato i volumi Performance Improvement (1998) e Development Center (2000).
Questo volume è un manuale pratico di autosviluppo che ripercorre le fasi necessarie a sviluppare le competenze (secondo il modello teorico del Performance Improvement: miglioramento delle prestazioni).
Gestire la propria carriera e rendersi appetibili per il mercato sono oggi le parole d'ordine di chi lavora: quindi saper accompagnare lo sviluppo delle persone in modo continuativo ed efficace durante tutta la loro vita (sia personale che professionale) è assolutamente determinante per arrivare al successo in modo sicuro.
"Autosviluppo" è composto da due parti.
PRIMA PARTE: Introduzione all'AUTOSVILUPPO PROFESSIONALE
1- Gli ingredienti dell'autosviluppo: competenze e motivazioni
2- Lo sviluppo delle persone basato sui modelli delle competenze
3- L'energia motivazionale e le sue fonti
4- Il metodo per l'autosviluppo.
SECONDA PARTE: L'AUTOSVILUPPO IN AZIONE
5- Come fare da coach a se stessi
6- Prima fase: definire la meta da raggiungere
7- Seconda fase: aumentare l'autoconsapevolezza ed elaborare la diagnosi
8- Terza fase: costruire ed APPLICARE il piano d'azione
9- Quarta fase: monitorare i risultati e consolidare l'energia motivazionale
10- Osservare il talento in azione e proseguire il cammino intrapreso.
Il METODO per l'autosviluppo
La prima fase del percorso è rappresentata dall'identificazione delle competenze target: a livello individuale, infatti, tale fase rappresenta il vero punto di partenza del percorso.
Come prima cosa, è necessario infatti circoscrivere il campo di intervento, focalizzando gli sforzi all'interno di un dominio di competenze che, nel loro insieme, rappresentano l'essenza del ruolo che la persona in sviluppo assume a riferimento.
Il ciclo del Performance Improvement applicato all'autosviluppo:
1- Identificazione delle competenze target
2- Diagnosi dei propri gap (vuoti) da colmare
3- Costruzione e realizzazione del piano di autosviluppo
4- Verifica del miglioramento ottenuto.
Il secondo step del percorso è invece rappresentato dalla diagnosi dei propri gap da colmare: una volta stilato l'elenco delle competenze, suscettibili di determinare la riuscita nell'ambito del ruolo target, è necessario stabilire, con accuratezza ed attendibilità, quanto ciascuna di queste sia effettivamente presente nell'ambito del portafoglio di competenze della persona in sviluppo.
La terza fase (o step) è rappresentata dalla costruzione e realizzazione del piano di autosviluppo: definizione degli obiettivi personali di sviluppo.
E' qui che si fissano gli obiettivi e si definiscono le modalità per raggiungerli, attraverso uno sforzo di programmazione ed esplicitazione delle concrete azioni da mettere in opera. Oltre alla capacità di pianificare il proprio percorso di crescita, alla persona in sviluppo viene richiesta una buona dose di creatività.
Il quarto e ultimo step, quello della VERIFICA dei miglioramenti ottenuti, si identifica con l'importantissimo momento della resa dei conti.
Come fare da COACH a se stessi
Cosa s'intende per SELF-COACHING e cosa fa? Il self-coaching rappresenta la modalità d'elezione dell'approccio PROATTIVO all'apprendimento, ma costituisce anche un valido supporto a sostenere un percorso intrapreso in modo reattivo.
Il self-coaching consiste nell'assumersi la responsabilità del proprio apprendimento, imparando coi propri ritmi ed autogestendo il proprio tempo, utilizzando i mezzi più idonei, pianificando e gestendo l'apprendimento in modo attivo e non passivo, con un aiuto poco frequente da parte di altri.
Riflettere sull'efficacia del processo significa rispondere a domande del tipo:
- Che cosa ha funzionato e cosa no? Perchè?
- Riscontro dei progressi rispetto ai tentativi precedenti?
- Che ostacoli ho incontrato e come li ho gestiti?
- Cosa avrei potuto/dovuto fare di diverso?
Un approccio "sano" e raccomandabile da considerare nel self-coaching consiste nel:
- Tenere un atteggiamento benevolo ed incoraggiante verso se stessi;
- considerare che, nel periodo stabilito, l'apprendimento ha la priorità;
- essere disponibili ad ammettere gli eventuali errori e ad IMPARARE da essi;
- accettare dubbi e necessità di chiarimento;
- apprezzare anche i piccoli successi;
- tenere presente che tutti impariamo in continuazione.
Il percorso del coaching implica:
- Partire con il piede giusto
- Organizzarsi
- Procedere.
Un "sano" orientamento consapevole delle persone, di medio-lungo periodo, è quello di cercare di realizzarsi professionalmente in modo efficiente e piacevole, agendo in accordo con le proprie preferenze per le attività connesse ai motivi, e di ricercare via via proattivamente, nel lavoro, gli spazi per farlo.
TERZA FASE: COSTRUIRE E APPLICARE IL PIANO D'AZIONE
Come costruire un piano d'azione. Per fare questo, è necessario rispondere ad alcune domande:
- Quali nuovi comportamenti desidero implementare?
- Quali possibili vantaggi, di natura personale ed organizzativa, sosterranno la mia azione di sviluppo?
- Quali situazioni, persone o eventi mi segnaleranno che è il momento di mettere in atto i nuovi comportamenti?
- Quali risorse e supporti mi servono per mettere in atto i nuovi comportamenti?
- Come misurerò i progressi fatti?
APPLICARE IL PIANO DI AZIONE
Una volta costruito il piano d'azione, è necessario passare alla fase attuativa degli interventi in esso contemplati. Gli ostacoli più frequenti sono:
- Mancanza di tempo
- Tendenza a procrastinare
- Paura di non farcela
- Paura di farcela
- Abitudine a fare affidamento sugli altri
- Disorientamento sul da farsi
- Frequenti "ricadute" nei vecchi comportamenti
- Mete troppo elevate.
I passaggi da compiere per trovare un buon assetto motivazionale:
1- identificare i propri motivi di base e le proprie preferenze nelle attività;
2- definire momenti e sedi opportune per esprimere con chiarezza i propri motivi e le proprie aspettative nel lavoro;
3- informarsi attivamente rispetto alle possibili attività (legate all'apprendimento e/o professionali) a breve e medio termine, coerenti con i propri motivi.
Riflessioni conclusive su come essere un buon coach di se stessi
Un buon coach di se stesso riconosce i successi, sostiene il coachee (cliente), è severo ed indulgente, sa intervenire e farsi da parte.
In conclusione l'obiettivo degli autori è:
- Essere un punto di riferimento nel fornire alle aziende soluzioni innovative e all'avanguardia
- Essere riconosciuti come un appoggio concreto
- Promuovere la diffusione di strumenti gestionali di analisi realizzati per facilitare e controllare la struttura organizzativa
- Aiutare le aziende a diventare più produttive attraverso un'analisi del loro stato di salute, in termini di livello di soddisfazione dei dipendenti.
"Augurandoci di poter fornire un supporto professionale all'autosviluppo, in particolare a chi non ha l'opportunità di accedere a percorsi di sviluppo strutturati, o a facilities organizzative, siamo consapevoli che chi intraprende questo cammino fa un investimento fondamentale sia per il proprio benessere, che per mettersi in grado di "giocare al meglio la propria partita", imprimendo energia, e, per dirla alla Kotter: "attribuendo significato nel cambiamento" ai diversi momenti della vita professionale."
Alberto Marino e Annalisa Rolandi
Ecco le mie citazioni preferite da "AUTOSVILUPPO Sostenere la crescita professionale valorizzando il proprio talento e la propria energia" di Alberto Marino e Annalisa Rolandi (Edizioni Angelo GUERINI e Associati):
"Per mantenere il giusto livello d'energia dedicato all'autosviluppo, è importante riconoscere gli sforzi fatti, o il cammino effettuato. Non sempre è disponibile un valido sistema di feedback fornito da terze persone, che possono risultare a volte troppo compiacenti, a volte distratte.
Per questo motivo, è importante che la persona stessa coltivi l'attitudine a riconoscere i propri progressi...
L'integrazione delle due tipologie di diagnosi, motivazione e competenze, può condurre ad un quadro più chiaro della possibile collocazione ottimale delle persone e della loro reale sviluppabilità futura verso alcuni mestieri, o ruoli organizzativi...
Un progresso reale e consistente, su due o tre obiettivi di sviluppo realmente importanti, è di gran lunga preferibile a tanti piccoli miglioramenti incrementali ottenuti su molti fronti meno critici...
La sensazione di benessere soggettivo si ottiene quando raggiungiamo un equilibrio tra le richieste del ruolo e le competenze che esso richiede di mettere in gioco.
E' in tali circostanze che si verifica più frequentemente la sensazione di sentirsi sollecitati in modo ottimale, pecependo le attività da svolgere come fluide, in una sorta di fusione tra sé e l'attività stessa...
La MOTIVAZIONE rappresenta l'energia che "muove", dirige e sostiene il nostro comportamento (e la prestazione professionale che ne deriva) nel corso del tempo, facilitando la piena espressione delle nostre potenzialità e competenze, vale a dire, del talento di ognuno di noi." Alberto Marino e Annalisa Rolandi
Un caro saluto.
Basandosi sugli studi più recenti della psicologia della motivazione e ripercorrendo le fasi necessarie a sviluppare le competenze, gli autori - partners GSO - spiegano in modo chiaro e concreto come identificare le competenze da sviluppare, come concepire e articolare un piano d'AZIONE efficace e, soprattutto, come riuscire a portarlo a termine, evitando le trappole più frequenti e superando gli ostacoli che si frappongono tra la formulazione di buoni propositi e il raggiungimento dell'eccellenza.
Alberto Marino è esperto di sistemi di sviluppo e segue progetti di valutazione, formazione e coaching in ambito nazionale e internazionale. In precedenza ha ricoperto responsabilità in ambito selezione, gestione, formazione e sviluppo presso realtà nazionali ed estere di un grande gruppo industriale italiano.
Annalisa Rolandi, dal 1995 in GSO, di cui è partner, ha seguito progetti di mappatura e valutazione delle competenze per importanti gruppi italiani e multinazionali e elaborato metodologie per il Development Center, il counselling individuale e lo sviluppo delle competenze.
Ha curato i volumi Performance Improvement (1998) e Development Center (2000).
Questo volume è un manuale pratico di autosviluppo che ripercorre le fasi necessarie a sviluppare le competenze (secondo il modello teorico del Performance Improvement: miglioramento delle prestazioni).
Gestire la propria carriera e rendersi appetibili per il mercato sono oggi le parole d'ordine di chi lavora: quindi saper accompagnare lo sviluppo delle persone in modo continuativo ed efficace durante tutta la loro vita (sia personale che professionale) è assolutamente determinante per arrivare al successo in modo sicuro.
"Autosviluppo" è composto da due parti.
PRIMA PARTE: Introduzione all'AUTOSVILUPPO PROFESSIONALE
1- Gli ingredienti dell'autosviluppo: competenze e motivazioni
2- Lo sviluppo delle persone basato sui modelli delle competenze
3- L'energia motivazionale e le sue fonti
4- Il metodo per l'autosviluppo.
SECONDA PARTE: L'AUTOSVILUPPO IN AZIONE
5- Come fare da coach a se stessi
6- Prima fase: definire la meta da raggiungere
7- Seconda fase: aumentare l'autoconsapevolezza ed elaborare la diagnosi
8- Terza fase: costruire ed APPLICARE il piano d'azione
9- Quarta fase: monitorare i risultati e consolidare l'energia motivazionale
10- Osservare il talento in azione e proseguire il cammino intrapreso.
Il METODO per l'autosviluppo
La prima fase del percorso è rappresentata dall'identificazione delle competenze target: a livello individuale, infatti, tale fase rappresenta il vero punto di partenza del percorso.
Come prima cosa, è necessario infatti circoscrivere il campo di intervento, focalizzando gli sforzi all'interno di un dominio di competenze che, nel loro insieme, rappresentano l'essenza del ruolo che la persona in sviluppo assume a riferimento.
Il ciclo del Performance Improvement applicato all'autosviluppo:
1- Identificazione delle competenze target
2- Diagnosi dei propri gap (vuoti) da colmare
3- Costruzione e realizzazione del piano di autosviluppo
4- Verifica del miglioramento ottenuto.
Il secondo step del percorso è invece rappresentato dalla diagnosi dei propri gap da colmare: una volta stilato l'elenco delle competenze, suscettibili di determinare la riuscita nell'ambito del ruolo target, è necessario stabilire, con accuratezza ed attendibilità, quanto ciascuna di queste sia effettivamente presente nell'ambito del portafoglio di competenze della persona in sviluppo.
La terza fase (o step) è rappresentata dalla costruzione e realizzazione del piano di autosviluppo: definizione degli obiettivi personali di sviluppo.
E' qui che si fissano gli obiettivi e si definiscono le modalità per raggiungerli, attraverso uno sforzo di programmazione ed esplicitazione delle concrete azioni da mettere in opera. Oltre alla capacità di pianificare il proprio percorso di crescita, alla persona in sviluppo viene richiesta una buona dose di creatività.
Il quarto e ultimo step, quello della VERIFICA dei miglioramenti ottenuti, si identifica con l'importantissimo momento della resa dei conti.
Come fare da COACH a se stessi
Cosa s'intende per SELF-COACHING e cosa fa? Il self-coaching rappresenta la modalità d'elezione dell'approccio PROATTIVO all'apprendimento, ma costituisce anche un valido supporto a sostenere un percorso intrapreso in modo reattivo.
Il self-coaching consiste nell'assumersi la responsabilità del proprio apprendimento, imparando coi propri ritmi ed autogestendo il proprio tempo, utilizzando i mezzi più idonei, pianificando e gestendo l'apprendimento in modo attivo e non passivo, con un aiuto poco frequente da parte di altri.
Riflettere sull'efficacia del processo significa rispondere a domande del tipo:
- Che cosa ha funzionato e cosa no? Perchè?
- Riscontro dei progressi rispetto ai tentativi precedenti?
- Che ostacoli ho incontrato e come li ho gestiti?
- Cosa avrei potuto/dovuto fare di diverso?
Un approccio "sano" e raccomandabile da considerare nel self-coaching consiste nel:
- Tenere un atteggiamento benevolo ed incoraggiante verso se stessi;
- considerare che, nel periodo stabilito, l'apprendimento ha la priorità;
- essere disponibili ad ammettere gli eventuali errori e ad IMPARARE da essi;
- accettare dubbi e necessità di chiarimento;
- apprezzare anche i piccoli successi;
- tenere presente che tutti impariamo in continuazione.
Il percorso del coaching implica:
- Partire con il piede giusto
- Organizzarsi
- Procedere.
Un "sano" orientamento consapevole delle persone, di medio-lungo periodo, è quello di cercare di realizzarsi professionalmente in modo efficiente e piacevole, agendo in accordo con le proprie preferenze per le attività connesse ai motivi, e di ricercare via via proattivamente, nel lavoro, gli spazi per farlo.
TERZA FASE: COSTRUIRE E APPLICARE IL PIANO D'AZIONE
Come costruire un piano d'azione. Per fare questo, è necessario rispondere ad alcune domande:
- Quali nuovi comportamenti desidero implementare?
- Quali possibili vantaggi, di natura personale ed organizzativa, sosterranno la mia azione di sviluppo?
- Quali situazioni, persone o eventi mi segnaleranno che è il momento di mettere in atto i nuovi comportamenti?
- Quali risorse e supporti mi servono per mettere in atto i nuovi comportamenti?
- Come misurerò i progressi fatti?
APPLICARE IL PIANO DI AZIONE
Una volta costruito il piano d'azione, è necessario passare alla fase attuativa degli interventi in esso contemplati. Gli ostacoli più frequenti sono:
- Mancanza di tempo
- Tendenza a procrastinare
- Paura di non farcela
- Paura di farcela
- Abitudine a fare affidamento sugli altri
- Disorientamento sul da farsi
- Frequenti "ricadute" nei vecchi comportamenti
- Mete troppo elevate.
I passaggi da compiere per trovare un buon assetto motivazionale:
1- identificare i propri motivi di base e le proprie preferenze nelle attività;
2- definire momenti e sedi opportune per esprimere con chiarezza i propri motivi e le proprie aspettative nel lavoro;
3- informarsi attivamente rispetto alle possibili attività (legate all'apprendimento e/o professionali) a breve e medio termine, coerenti con i propri motivi.
Riflessioni conclusive su come essere un buon coach di se stessi
Un buon coach di se stesso riconosce i successi, sostiene il coachee (cliente), è severo ed indulgente, sa intervenire e farsi da parte.
In conclusione l'obiettivo degli autori è:
- Essere un punto di riferimento nel fornire alle aziende soluzioni innovative e all'avanguardia
- Essere riconosciuti come un appoggio concreto
- Promuovere la diffusione di strumenti gestionali di analisi realizzati per facilitare e controllare la struttura organizzativa
- Aiutare le aziende a diventare più produttive attraverso un'analisi del loro stato di salute, in termini di livello di soddisfazione dei dipendenti.
"Augurandoci di poter fornire un supporto professionale all'autosviluppo, in particolare a chi non ha l'opportunità di accedere a percorsi di sviluppo strutturati, o a facilities organizzative, siamo consapevoli che chi intraprende questo cammino fa un investimento fondamentale sia per il proprio benessere, che per mettersi in grado di "giocare al meglio la propria partita", imprimendo energia, e, per dirla alla Kotter: "attribuendo significato nel cambiamento" ai diversi momenti della vita professionale."
Alberto Marino e Annalisa Rolandi
Ecco le mie citazioni preferite da "AUTOSVILUPPO Sostenere la crescita professionale valorizzando il proprio talento e la propria energia" di Alberto Marino e Annalisa Rolandi (Edizioni Angelo GUERINI e Associati):
"Per mantenere il giusto livello d'energia dedicato all'autosviluppo, è importante riconoscere gli sforzi fatti, o il cammino effettuato. Non sempre è disponibile un valido sistema di feedback fornito da terze persone, che possono risultare a volte troppo compiacenti, a volte distratte.
Per questo motivo, è importante che la persona stessa coltivi l'attitudine a riconoscere i propri progressi...
L'integrazione delle due tipologie di diagnosi, motivazione e competenze, può condurre ad un quadro più chiaro della possibile collocazione ottimale delle persone e della loro reale sviluppabilità futura verso alcuni mestieri, o ruoli organizzativi...
Un progresso reale e consistente, su due o tre obiettivi di sviluppo realmente importanti, è di gran lunga preferibile a tanti piccoli miglioramenti incrementali ottenuti su molti fronti meno critici...
La sensazione di benessere soggettivo si ottiene quando raggiungiamo un equilibrio tra le richieste del ruolo e le competenze che esso richiede di mettere in gioco.
E' in tali circostanze che si verifica più frequentemente la sensazione di sentirsi sollecitati in modo ottimale, pecependo le attività da svolgere come fluide, in una sorta di fusione tra sé e l'attività stessa...
La MOTIVAZIONE rappresenta l'energia che "muove", dirige e sostiene il nostro comportamento (e la prestazione professionale che ne deriva) nel corso del tempo, facilitando la piena espressione delle nostre potenzialità e competenze, vale a dire, del talento di ognuno di noi." Alberto Marino e Annalisa Rolandi
Un caro saluto.
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Ho iniziato a leggere questo libro, ma ti devo dire che veramente l'ho trovato incomprensibile, forse un po' troppo tecnico. Leggendo invece questo tuo articolo, ho avuto modo di chiarire molti dubbi che in precedenza avevo. Il linguaggio che adotti per i tuoi scritti è di facile comprensibilità. Meno male che esistono ancora persone che riescono a informarci in maniera chiara e comprensibile!
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