"I COLORI DELL'ODIO Quando dal rifiuto nasce la speranza" di Maria Antonietta PAROLAI (Kimerik Edizioni www.kimerik.it) "è un libro semplice, che altrettanto semplicemente racconta la storia di una vita tragica e rocambolesca, la vita di un uomo che, nonostante le tragedie, i lutti subiti e le torture sopportate, è riuscito con grande forza e coraggio, con determinazione e una sconfinata fiducia in se stesso e nella vita, a dare una svolta diversa a un destino che sembrava inesorabilmente segnato per sempre.
Hussien Alì Abdullah, nato in Cisgiordania a El Khalil nel 1955, è un sopravvissuto del massacro di Sabra e Shatila. Con il suo permesso e il suo aiuto ho tentato di trasmettere quello che io stessa ho provato, lo sgomento e lo sconcerto, la tenerezza e la disperazione; ascoltando dalle sue stesse labbra il racconto di un incubo durato un'intera esistenza.
Ho pensato di dover diffondere il suo messaggio di forza e di speranza poiché, qualsiasi sia la difficoltà della prova a cui la vita ti sottopone, c'è sempre la possibilità di superarla e di ricominciare a sperare.
Se c'è riuscito Alì, è davvero possibile per chiunque." Maria Antonietta Parolai
Maria Antonietta Parolai è vissuta sempre letteralmente in mezzo ai libri e ne ha subito il fascino. Ha un diploma magistrale, però ha dovuto interrompere gli studi per poter lavorare. A 23 anni ha fondato insieme ad altre 10 persone la cooperativa sociale nella quale tutt'oggi svolge la sua attività lavorativa.
Quando non è impegnata con il lavoro e la famiglia ama leggere e cantare: fa parte di un gruppo musicale appartenente all'Associazione di cori della Toscana e canta da soprano.
Le testimonianze di Hussien Alì Abdullah riportano alla luce il massacro della periferia di Beirut. "Nella mattinata del 18 settembre tra i giornalisti esteri si sparse rapidamente una voce: massacro. Io guidai il gruppo verso il campo di Sabra. Nessun segno di vita, di movimento... L'odore traumatizzante della morte era dappertutto.
La guerra israelo-palestinese aveva già portato come conseguenza migliaia di morti a Beirut. Ma, in qualche modo, l'uccisione a sangue freddo di questa gente sembrava di gran lunga peggiore."
Elaine Carey, Daily Mail, 20 settembre 1982
Ecco in breve la storia. Gli uomini delle milizie cristiano-falangiste entrano nei campo profughi palestinesi di Sabra e Shatila per vendicare l'assassinio del loro neoeletto presidente Bashir Gemayel. E inizia un massacro della popolazione palestinese che durerà due giorni. Con gli israeliani, installati a 200 metri da Shatila, a creare una cinta intorno ai campi e a fornire i mezzi necessari all'operazione.
Il bilancio, secondo stime difficilmente verificabili, sarà di circa 3500 vittime. Una grande manifestazione di protesta in Israele porta alla creazione di una commissione d'inchiesta che attribuisce ad Ariel Sharon la responsabilità del massacro, costringendolo a dimettersi da ministro della Difesa.
Il 16 dicembre dello stesso anno l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel condannare nel modo più assoluto il massacro, conclude "che il massacro è stato un atto di genocidio".
"I colori dell'odio" nasce con l'obiettivo di divulgare la speranza, la forza e il coraggio a quelle persone che sono sopravvissute a tale incubo. C'è sempre la possibilità di superare le tragedie e di ricominciare a sperare.
"Oggi io riesco finalmente a convivere con i miei ricordi senza essere sopraffatto, il dolore fa parte di me, come la pelle che mi porto addosso, ma c'è comunque ogni giorno qualcosa che mi spinge a sorridere alla vita." Hussien Alì Abdullah
Ancora oggi nessuno ha mai pagato per questo crimine. Il 31 dicembre 1983 il Presidente Pertini, dopo essere stato sui luoghi del massacro, rilasciò questa dichiarazione: "Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. E' una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell'orrendo massacro.
Il responsabile dell'orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. E' un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando dalla società."
http://www.infopal.it/nati-per-uccidere-16-settembre-1982-il-massacro-di-sabra-e-chatila/
http://www.treccani.it/enciclopedia/sabra-e-shatila-strage-di_%28Dizionario-di-Storia%29/
http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/168451-sharon-e-il-massacro-di-sabra-e-shatila
Un caro saluto.
Hussien Alì Abdullah, nato in Cisgiordania a El Khalil nel 1955, è un sopravvissuto del massacro di Sabra e Shatila. Con il suo permesso e il suo aiuto ho tentato di trasmettere quello che io stessa ho provato, lo sgomento e lo sconcerto, la tenerezza e la disperazione; ascoltando dalle sue stesse labbra il racconto di un incubo durato un'intera esistenza.
Ho pensato di dover diffondere il suo messaggio di forza e di speranza poiché, qualsiasi sia la difficoltà della prova a cui la vita ti sottopone, c'è sempre la possibilità di superarla e di ricominciare a sperare.
Se c'è riuscito Alì, è davvero possibile per chiunque." Maria Antonietta Parolai
Maria Antonietta Parolai è vissuta sempre letteralmente in mezzo ai libri e ne ha subito il fascino. Ha un diploma magistrale, però ha dovuto interrompere gli studi per poter lavorare. A 23 anni ha fondato insieme ad altre 10 persone la cooperativa sociale nella quale tutt'oggi svolge la sua attività lavorativa.
Quando non è impegnata con il lavoro e la famiglia ama leggere e cantare: fa parte di un gruppo musicale appartenente all'Associazione di cori della Toscana e canta da soprano.
Le testimonianze di Hussien Alì Abdullah riportano alla luce il massacro della periferia di Beirut. "Nella mattinata del 18 settembre tra i giornalisti esteri si sparse rapidamente una voce: massacro. Io guidai il gruppo verso il campo di Sabra. Nessun segno di vita, di movimento... L'odore traumatizzante della morte era dappertutto.
La guerra israelo-palestinese aveva già portato come conseguenza migliaia di morti a Beirut. Ma, in qualche modo, l'uccisione a sangue freddo di questa gente sembrava di gran lunga peggiore."
Elaine Carey, Daily Mail, 20 settembre 1982
Ecco in breve la storia. Gli uomini delle milizie cristiano-falangiste entrano nei campo profughi palestinesi di Sabra e Shatila per vendicare l'assassinio del loro neoeletto presidente Bashir Gemayel. E inizia un massacro della popolazione palestinese che durerà due giorni. Con gli israeliani, installati a 200 metri da Shatila, a creare una cinta intorno ai campi e a fornire i mezzi necessari all'operazione.
Il bilancio, secondo stime difficilmente verificabili, sarà di circa 3500 vittime. Una grande manifestazione di protesta in Israele porta alla creazione di una commissione d'inchiesta che attribuisce ad Ariel Sharon la responsabilità del massacro, costringendolo a dimettersi da ministro della Difesa.
Il 16 dicembre dello stesso anno l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel condannare nel modo più assoluto il massacro, conclude "che il massacro è stato un atto di genocidio".
"I colori dell'odio" nasce con l'obiettivo di divulgare la speranza, la forza e il coraggio a quelle persone che sono sopravvissute a tale incubo. C'è sempre la possibilità di superare le tragedie e di ricominciare a sperare.
"Oggi io riesco finalmente a convivere con i miei ricordi senza essere sopraffatto, il dolore fa parte di me, come la pelle che mi porto addosso, ma c'è comunque ogni giorno qualcosa che mi spinge a sorridere alla vita." Hussien Alì Abdullah
Ancora oggi nessuno ha mai pagato per questo crimine. Il 31 dicembre 1983 il Presidente Pertini, dopo essere stato sui luoghi del massacro, rilasciò questa dichiarazione: "Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. E' una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell'orrendo massacro.
Il responsabile dell'orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. E' un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando dalla società."
http://www.infopal.it/nati-per-uccidere-16-settembre-1982-il-massacro-di-sabra-e-chatila/
http://www.treccani.it/enciclopedia/sabra-e-shatila-strage-di_%28Dizionario-di-Storia%29/
http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/168451-sharon-e-il-massacro-di-sabra-e-shatila
Un caro saluto.
Personal COACH, PNL practitioner e grande appassionato di sviluppo personale a 360 gradi
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